ANGELO BARILE
LAMENTO PER LA FIGLIA DEL PESCATORE
Nel fresco giorno ha calcato
sì poca terra il tuo piede scalzo!
Hai fatto questi due passi
fra l’orlo del mare e la piana
soglia iridata di salso
della tua casa a terreno.
Eri sul lembo del suolo
che il grande azzurro frantuma.
Da questa ruga di spuma
vacillavi già in braccio al sereno
come sull’uscio del mondo.
Oh, sulla nostra marina
il tuo soggiorno fu mite
e sottovoce, fanciulla
ammainata come una vela
nel bianco dei tuoi pensieri.
Ora canti sull’altra tua riva.
Noi tristi che non ti vedremo
più cucire le bionde reti,
riempir di guizzo i panieri,
i suoi occhi di calmo celeste.
Ora tuo padre ha dipinto
le sue barche di un filo di lutto,
gli tremi viva nel flutto
battuto dal lacrimante remo.
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Una decina di giorni fa un attento e assiduo lettore del blog mi ricordava che la poesia non è soltanto frutto di bellezza e amore ma, essendo parte della vita, ne rispecchia anche i momenti brutti e dolorosi. Ed è naturalmente vero. Così ho pensato a quel discorso rileggendo questi versi di Angelo Barile, poeta ligure collaboratore di Solaria: il dramma esistenziale è la morte di una ragazza, figlia di un pescatore, precocemente strappata al soggiorno terrestre, approdata – si noti la metafora marinara con chiara connotazione evangelica – all’altra riva.
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CHARLES W. HAWTHORNE, “FISHERMAN AND HIS DAUGHTER”
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LA FRASE DEL GIORNO
Fondere assieme i contrari: intensità e chiarezza, spontaneità e rigore... non è la poesia un equilibrio di resistenze?
ANGELO BARILE, Quasi sereno
Mi son scese le lacrime... .
RispondiEliminaTi auguro una bella giornata, Federica
...il paniere della vita non si sa cosa possa contenere.
RispondiElimina...intensamente vera.
ciaoo Vania :)
La poesia è emozione
RispondiEliminaBuona giornata a entrambe