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domenica 27 gennaio 2013

Ad Auschwitz

 

KO UN

AD AUSCHWITZ

Ad Auschwitz
pile di occhiali
montagne di scarpe
sulla via del ritorno
ognuno fissava fuori dal finestrino in direzione diversa.

(da Fiori di un istante, 2001)

.

Come sempre, e non mi preoccupo di ripetermi in occasione di questi anniversari, devo far riflettere sul fatto che ogni giorno dovrebbe essere la Giornata della Memoria. Comunque sia, prendiamo questa data come spunto di meditazione e condividiamo lo sgomento del poeta sudcoreano Ko Un di ritorno da una visita al campo di Auschwitz, proprio quello la cui liberazione ha dato origine alla data odierna – era il 27 gennaio del 1945 quando i russi si trovarono di fronte all’orrore. Sgomento, perché è impensabile la disumanità di quello che i nazisti sono arrivati a fare e la nostra umanità non può fare a meno di sentirsi male di fronte allo sterminio scientemente e scientificamente applicato.

 

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LA FRASE DEL GIORNO
Meditate che questo è stato: / Vi comando queste parole. / Scolpitele nel vostro cuore /
Stando in casa andando per via, / Coricandovi alzandovi; / Ripetetele ai vostri figli
.
PRIMO LEVI, Se questo è un uomo




Ko UnKo Un (Kunsan, 1° agosto 1933), è il massimo poeta sudcoreano del XX secolo. Monaco buddista, tornò allo stato laicale disgustato dalla corruzione del clero. Prese parte alla lotta per i diritti umani nel suo paese negli anni del regime militare, finendo anche in carcere. Sposatosi nel 1983, la sua vita si fece più tranquilla. È stato più volte candidato al Premio Nobel.

6 commenti:

  1. E' difficile guardarsi negli occhi tornando da Auschwitz.

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  2. ..difficile commentare.

    ..la poesia .... conoscenza/forza/verità...e anche (secondo me)...una conquista.
    ...la giusta fine/significato...di un ritorno da questo luogo...troppo spesso dimenticato...o "fatto dimenticare".

    ciaoo Vania

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  3. Non ha parlato molto, mio figlioMichelangelo, del viaggio con il treno della memoria,
    tre anni fa.
    Ha raccontato il viaggio in treno,
    incontro al freddo del Nord.
    Ha descritto la splendida Cracovia,
    nel gelo dell'inverno polacco.
    Ma della visita al Campo di Auschwitz,
    ha accennato solo a pochi frammenti, pesanti come piombo
    sul cuore dell'umanità, per sempre.
    Marilena

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  4. anche perché chi dimentica il passato rischia di ripeterne gli errori

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  5. Purtroppo ci sono olocausti mai commemorati, cui nessuna memoria fa luce.
    Maria Teresa

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