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domenica 30 dicembre 2012

Quando fuggono le parole

 

VICENTE GAOS

LA VOCE PRECISA

Sigilla con le tue labbra le mie.
Metti la tua mano nella mia.
O lascia che ti accarezzi i capelli,
le guance, la fronte,
mentre immergo i miei occhi nei tuoi,
nell’insondabile luce del tuo sguardo.
Lascia che, così, ti parli,
quando fuggono le parole
- ah, espressione del tatto,
sola voce precisa,
lascia che, così, ti esprima il mio amore
.

.

Quando fuggono le parole. Quando non servono, quando sono soltanto orpelli e possiamo manifestare il nostro sentimento in un altro modo, più affettuoso: il contatto umano diventa un mezzo di espressione formidabile, addirittura più efficace delle parole, che ci eleva in una dimensione diversa, come dice il poeta spagnolo Vicente Gaos in un’altra sua poesia": “Parole, via. Adesso / un mondo si silenzio mi circonda. / Musica, solo musica, silenziosa / musica. Sempre musica, questo è Dio”.

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PÁL SZINYEY MERSE, “SZERELMESPÁR”

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LA FRASE DEL GIORNO
Tu mi hai restituito più di quel che io ti ho dato. / Perché tu sei tu, io solo la mia poesia.
VICENTE GAOS




Vicente Gaos González-Pola (Valencia, 27 marzo 1919 – 17 ottobre 1980),  poeta, saggista, critico letterario, traduttore e professore spagnolo appartenente alla Generazione del '36  La sua poesia indaga  l'amore, il desiderio, la bellezza e l'angoscia di vivere, il dialogo instaurato con Dio. 


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