JUAN RODOLFO WILCOCK
AVVISO AI SAGGI
Se qualcosa dovrà salvarsi
bisogna dirlo presto e chiaro:
non siamo qui per nessun fine accertabile,
il più grande poema è la Commedia,
né il sole né la luna sono finora mancati.
Presto, finché la lingua esiste:
su colonne di porfido il cielo trema,
porfido verde con vene di malachite
incrostato di fave di madreperla
e un filo d’oro che traccia d’alto in basso
corsivamente l’identica Parola.
Il mondo è pieno di figli di nessuno.
Tremano le colonne, dai cespugli emergono
bestie con tre o più teste, bestie nuove;
le stelle cadono come gocce di pioggia,
sciiti e mongoli muovono eserciti
e alla luce dei lampi fuggono facce
bianche atterrite e unte di petrolio.
Nascondete questo rotolo nelle grotte.
(da I tre stati, in Poesie, Adelphi, 1980)
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Apocalittici questi versi di Juan Rodolfo Wilcock, poeta argentino naturalizzato italiano, affascinato dalla Divina Commedia: la realtà ne esce affrescata come un girone dell’Inferno dantesco, con mostri ed eventi degni di esso. I saggi, gli uomini che possiedono la conoscenza, devono serbarla, metterla al sicuro, come Wilcock precisa in Avviso ai mediocri, un’altra poesia della raccolta, a questa complementare: “Dobbiamo imitare i saggi della tribù, / gli anziani che impartiscono il segreto secolare; / e i saggi della folla non hanno alcun segreto / né da impartire né da occultare. Eppure: / ciascuno cerchi il suo modello, / quelli che non ne hanno sono schiavi, / come quelli che scelgono per modello uno schiavo”.
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ROBERT LEWIS REID, “WISDOM”
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LA FRASE DEL GIORNO
Inoltre, esiste la parola, / con cui gli oggetti vengono nominati / e i concetti creati, / ciò che ci fa diversi dalle bestie, / un poco, ma non troppo. /Ma non è questa la sapienza da salvare / se ogni uomo in sé la può trovare.
JUAN RODOLFO WILCOCK, I tre stati
Juan Rodolfo Wilcock (Buenos Aires, 17 aprile 1919 – Lubriano, 16 marzo 1978), poeta, scrittore, critico letterario e traduttore argentino naturalizzato italiano. La sua vita può essere divisa in due parti: quella vissuta in Argentina fino al 1957, con sei raccolte, e quella successiva, a Roma e Lubriano. Scrisse in spagnolo e italiano.
...uomo avvisato...mezzo salvato.:)
RispondiElimina...interessante questa poesia...e ben dipinta.
ciaoo Vania
l'importante è esserne consapevoli
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