GIOVANNI GIUDICI
FINIS FABULAE
Come una scia si richiude la favola
sugli sbruffi dell'elica lussureggiante di schiuma.
Guardala a poppavia che s'appiattisce
levigata da diavoli mulinelli.
L'essere è più del dire - siamo d'accordo.
Ma non dire è talvolta anche non essere.
Ah discreta più del dovere fu l'incoscienza.
Presto tutte le acque saranno uguali e lisce.
(da La vita in versi, Mondadori, 1965)
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Una barca, un motoscafo, un battello… Giovanni Giudici si trova dunque su un’imbarcazione in movimento sull’acqua e osserva l’elica e i gorghi di schiuma bianca che essa solleva e lascia ricadere in lunga scia che si allontana. Gli viene naturale paragonare quell’acqua mossa all’effetto che possono avere le parole – e la poesia stessa - alle acque interiori che esse sollevano, ai sentimenti che generano – sebbene la loro importanza non debba essere considerata più di quello che è. Chi parla talvolta sbaglia, chi tace quasi sempre rinuncia ed è triste perdere le occasioni visto che quasi certamente non si ripresenteranno, è triste rinunciare ad essere.
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FOTOGRAFIA © ANNE97432
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LA FRASE DEL GIORNO
Per l'idea ci vuole la parola, senza la parola non c'è scambio, giusto un brulichio nella coscienza, come formiche sulla pelle.
SÁNDOR MÁRAI, Terra, Terra!…
Giovanni Giudici (Porto Venere, 26 giugno 1924 – La Spezia, 24 maggio 2011), poeta e giornalista italiano. Della sua formazione cattolica e del suo lavoro nell'industria ha fatto i poli di una tensione che lo trascende e caratterizza il suo impegno civile. Numerose le sue traduzioni: Frost, Sylvia Plath, Orten, Pound, Ransom e Puškin.
..."La vita in versi"...non poteva chiamarsi altrimenti.:)
RispondiEliminaciaoo Vania
la vita vissuta in versi, mi ricorda qualcuno... :-)))
RispondiEliminaSono parole che mi toccano. Esistere, vivere, con le parole o senza. Mi pare tutto così difficile... C'è il destino, ciò che alcuni chiamano volere di Dio, lo scorrere e il partecipare delle cose del mondo. E poi ci siamo noi con la nostra volontà. Una goccia d'acqua nel mare.
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