MÍA GALLEGOS
LA CRUNA DELL’AGO, VII
All’amore sono giunta con un grido di seta
e ci ho messo le guance,
il corpo e la coscienza.
Niente è rimasto di me,
neppure una lettera,
neppure uno specchio in cui riconoscermi.
Ma ho imparato a passare
per la cruna dell’ago,
cioè a perdonare sinceramente.
A lasciare la pelle nel filo di ferro,
a ferirmi dalla testa
ai piedi.
Ho perso tutto.
E quando ho capito che non sapevo difendermi dalla gente,
ho risposto con una sberla di dolcezza,
perché io so
che solo i dolci erediteranno la terra.
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Abbiamo già visto in un’altra poesia la costaricana Mía Gallegos definirsi “dolce” e “avvinghiata alla dolcezza”. Questi versi più che una conferma ne sono l’esaltazione: una donna che è stata ferita, delusa e ingannata dall’amore e dalla gente ma che è stata ogni volta capace di andare oltre, di lasciare che la sua anima passasse attraverso la cruna dell’ago, lasciando il corpo a soffrire; una donna convinta che la dolcezza – bellissimo l’ossimoro in cui è associata alla “sberla” – è la sola maniera di vivere e contiene già in sé la ricompensa, senza bisogno di avvelenarsi il cuore.
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PIERRE PUVIS DE CHAVANNE, “L’ESPÉRANCE”
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LA FRASE DEL GIORNO
L'unica cosa che valga sul serio è la tenerezza.
EVGENIJ EVTUSENKO, Autobiografia precoce
..mi era piaciuta anche l'altra sua.
RispondiElimina..un modo così "discreto" e puntuale di scrivere....senza "avvelenarsi il cuore".
...specialmente perchè di veleni ce ne sono in giro a montagne....in questo mondo :)
...veramente da ricordare..."sberla di dolcezza":)
ciaoo Vania
P.s .per ieri...: ricordo le foto belle...almeno cerco di ricordarle...le altre cerco di resettarle...ma non sempre il "pc"...ne è capace.:))
è una filosofia della quale mi sto appropriando: ho smesso di avvelenarmi con sterili e inutili polemiche e cerco di godermi la vita
RispondiEliminaE' una dolcezza che sa di ammissione di fragilità. In fondo di grandezza...
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