LUIS ROSALES
L’ULTIMA LUCE
Sei simile al cielo verso sera, hai
la luce d’oro nelle pupille,
come un po’ di neve al crepuscolo
che sa che scende il buio.
E vorrei
accecarmi il cuore, cessare di vederti
cadere in te
come cade la sera, come la notte
acceca la luce del bosco che cammina
di cima in cima ogni volta più alta,
fino al ramo dell’isola dove si posa il sorriso
dell’ultimo sole,
lo so che avanzi
perché avanza la notte! e che illumini
tre foglie soltanto nel bosco,
e penso
che l’ombra ti renderà chiara e distinta,
che tutto il sole del mondo riposa
in te, il ritardato, l’infiammato
ramo del cuore dove ancora
trema la luce senza sole quando si compie il giorno.
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“Che cerchi poeta nel tramonto?” avevamo sentito dire ad Antonio Machado. Un altro poeta spagnolo, Luis Rosales, esponente della Generazione del ‘36, amico di Federico Garcia Lorca e di Pablo Neruda, si lascia affascinare dal crepuscolo, dalla magia della luce che lentamente svanisce mentre il sole già da tempo se n’è andato. E a quella luce magica, dorata poco prima di sparire ed essere inghiottita dal buio, Rosales paragona la donna amata e la sua bellezza che è simile al tremore del giorno che si abbandona nelle braccia del Ponente. Un esercizio nel suo tipico stile surrealista, venato qua e là da screziature classicheggianti.
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FOTOGRAFIA © ARTURO “FERALAAS” MANN
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LA FRASE DEL GIORNO
Il cosiddetto crepuscolo / non sarà il rossore – effimero – del giorno / che si sente colpevole / di tutto ciò che è stato / – e non è stato?
ÁNGEL GONZÁLEZ, Prosemi o meno
...la foto incanta....non meno l'immagine del poeta.:)
RispondiEliminaciaooo Vania
sì, devo dire che queste fotografie "meno tradizionali" dei poeti mi piacciono molto
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