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venerdì 2 dicembre 2011

Ricordi in fondo agli occhi


ALFONSO GATTO

QUASI UN RICORDO

Incontrarci per caso ci parve
nell'ora dimenticata.
Fu la stazione gialla nel verde.
Un ciclista perduta la via
beveva ricordi in fondo agli occhi.
Ma tutto è eterno per chi passa,
anche il nome udito una volta.

(da La forza degli occhi, Mondadori, 1954)

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La forza degli occhi, raccolta del 1954, segna per Alfonso Gatto il ritorno nei luoghi dell’anima, la natia Salerno e il suo golfo, la rievocazione di memorie ed eventi ora vissuti con una visione più adulta, più ironica, più surreale di quella degli anni giovanili di Poesie. Dal 1934 si è trasferito a Milano, poi a Firenze, quindi ancora nell’amatissima Milano: la forza ancestrale delle radici si è vestita ora di un’onirica nostalgia, di un ritrovato tempo perduto, come nei versi che che chiudono l’opera: “Se pensi al giorno del canto / all’alta fronte del giorno, / se pensi al bianco eterno / alla forza degli occhi / al grido di tutte le piume, / lo stesso pensiero tu guardi / il tempo che non è più”. Così si spiegano gli echi di Éluard che sembra di ravvisare.

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GERARD BOERSMA, “BAKERY”

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LA FRASE DEL GIORNO 
Di tutto quello che aspetti / sei vergine e ardi.
ALFONSO GATTO, La forza degli occhi




Alfonso Gatto (Salerno, 17 luglio 1909 – Orbetello, 8 marzo 1976), poeta e scrittore italiano. Ermetico, ma di confine, giornalista e pittore, insegnante di Letteratura all'Accademia di Belle Arti, collaboratore di “Campo di Marte”, la sua poesia è caratterizzata da un senso di morte che si intreccia al vivere.


2 commenti:

  1. ..ogni età/tempo...raccoglie/vede qualcosa di diverso....o in più ....o lo modifica....non possono essere statiche le sensazioni... come gli orologi le lacette aggiungono minuti.
    ciaoo Vania

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  2. è un discorso che facevamo con gli amici di "Ci piace leggere": un libro letto a distanza di anni dà diverse sensazioni, ma così è anche per la vita e i ricordi

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