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mercoledì 2 novembre 2011

Centenario di Odysseas Elytīs

 

Cento anni fa, il 2 novembre 1911 nasceva a Heraklion, sull’isola di Creta il poeta Odysseas Elytīs – pseudonimo di Odysseus Alepoudhelis. La famiglia si trasferì ad Atene e lì Elytis compì gli studi, abbandonando infine la facoltà di Legge per dedicarsi alla poesia. Le sue prime prove apparvero nel 1935 sul giornale Nea Grammata. La prima raccolta, Clessidre dell’ignoto, è del 1937. Il poeta, che soggiornò a lungo a Parigi, dove incontrò Breton, Tzara, Éluard, Char, Ungaretti e Giacometti, apparve subito come rappresentante di un Surrealismo venato di un moderno ellenismo, che tentava di costruire una nuova mitologia con sogni e visioni. A partire dagli Anni ‘60 collaborò con il musicista Mikis Theodorakis, che trasse un oratorio da Dignum est, uno dei poemi più apprezzati di Elytis, e musicò versi di Garcia Lorca tradotti dal poeta. Nel 1979 l’Accademia Svedese gli conferì il Premio Nobel per la Letteratura, motivando così la scelta: “Per la sua poesia che, sullo sfondo della tradizione greca, dipinge con forza sensuale e perspicacia intellettuale la lotta dell’uomo moderno per la libertà e la creatività”. Elytis si spense il 18 marzo 1996 ad Atene. Lesbo, isola d’origine della sua famiglia, gli ha dedicato l’aeroporto.

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ORIENTAMENTI, XIX

La carne del salice il fuoco primigenio della gioventù
La loquela intonsa del profumo della terra
La radice la favilla il fulmine la nube

Scavo infinito con sudore e gioia
Nelle miniere del cuore
Nelle viscere insanguinate del dolore
Tu passa attraverso gli stretti del ricordo
Più lontano sempre più lontano più in là
Là dove il deserto cancella la sua forma.

(da Orientamenti, 1940)

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LACONICA

L’angoscia della morte tanto m’incendiò, che il mio bagliore si riverberò nel sole.
Quello adesso m’invia nel pieno accordo della pietra e dell’aria
E dunque, quello che cercavo, sono.
Estate di limo, riflessivo autunno
Inverno minimo
La vita reca l’obolo della foglia d’ulivo
Entro la notte degli stolti con un piccolo grillo riconvalida la norma del-
l’Inaspettato.

(da Sei rimorsi più uno per il cielo, 1960)

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ETÀ DEL GLAUCO RICORDO

Oliveti e vigne lontano fino al mare
Rosse barche da pesca più lontano fino al ricordo
Elitre dorate d’agosto nel sonno meridiano
Con alghe o conchiglie. E quella barca
Appena varata, verde, che nella pace delle acque del golfo ancora legge «Dio provvede»

Sono passati gli anni foglie e ciottoli
Mi ricordo di ragazzi, marinai che partivano
Tingendo le vele come il loro cuore
Cantavano i quattro punti dell’orizzonte
E portavano tramontane dipinte dentro il petto.

Cosa cercavo quando sei giunta con i colori del sole all’alba
Con l’età del mare negli occhi
E con la salute del sole nel corpo − cosa cercavo
Nelle grotte marine, in profondità dentro gli spaziosi sogni
Dove spumeggiava i suoi sentimenti il vento
Sconosciuto e glauco, incidendo sul mio petto il suo emblema marino

Con la sabbia nelle dita chiudevo le dita
Con la sabbia negli occhi stringevo le dita
Era il dolore −
Mi ricordo era aprile quando sentii per la prima volta il tuo peso umano
Il tuo corpo umano argilla e peccato
Come il nostro primo giorno sulla terra
Era la festa degli amarilli − Ma ricordo soffristi
Fu un morso profondo nelle labbra
Un’unghiata profonda nella pelle là dove s’incide per sempre il tempo

Allora ti lasciai

E un vento tonante sollevò le bianche case
I bianchi sentimenti appena lavati su
Nel cielo che s’illuminava con un sorriso.

Ora avrò accanto una brocca d’acqua immortale
Avrò una libertà simile al vento che scuote
E quelle tue mani dove si tormenterà l’Amore
E quella tua conchiglia dove risuonerà l’Egeo.

(da Orientamenti, 1940, in  È presto ancora, Donzelli, 2000 - Traduzione di Paola Maria Minucci)

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LA FRASE DEL GIORNO
Perché dal poco, / Anche dall’uno talvolta – come nell’amore – / Conosciamo il resto.

ODYSSEAS ELYTĪS




Odysseas Elytīs, pseudonimo di Odysseas Alepoudellīs (Candia, 2 novembre 1911 – Atene, 18 marzo 1996), poeta greco, tra i maggiori Surrealisti, è stato insignito del Premio Nobel per la Letteratura nel 1979 per “il desiderio di libertà intellettuale e sviluppo della creatività, che traspare dalla sua poesia”.


2 commenti:

  1. ...difficile per me...ma scorrevole.

    ..."ticchettii" di suoni e immagini.
    ciaooo Vania

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  2. Sì, devo ammettere che il Surrealismo è abbastanza difficile da comprendere: affonda nell'inconscio, nell'onirico.

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