GUILLAUME APOLLINAIRE
PONT MIRABEAU
Sotto il ponte Mirabeau scorre la Senna
e i nostri amori
me lo devo ricordare
la gioia veniva sempre dopo il dolore
Venga la notte suoni l'ora
i giorni se ne vanno e io rimango
Le mani nelle mani faccia a faccia restiamo
mentre sotto
il ponte delle nostre braccia passa
l'onda stanca degli eterni sguardi
Venga la notte suoni l'ora
i giorni se ne vanno e io rimango
L'amore se ne va come quest'acqua corrente
l'amore se ne va
com'è lenta la vita
e come la speranza è violenta
Venga la notte suoni l'ora
i giorni se ne vanno io rimango
Passano i giorni e passano le settimane
né il tempo passato
né gli amori ritornano
sotto il ponte Mirabeau scorre la Senna
Venga la notte suoni l'ora
i giorni se ne vanno io rimango
(da Alcools, 1913)
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Passa la Senna, scorre l’acqua sotto il Pont Mirabeau, allora di recente costruzione – fu completato nel 1897. E con quell’acqua scorre anche il tempo, scorre la vita, inesorabile. Allo stesso modo di quell’acqua che passa senza mai più ritornare, così sono i nostri giorni e ciò che è perduto non ci apparterrà più. Questa riflessione non può che generare la malinconia, e infatti Guillaume Apollinaire, l’autore di questi versi dall’eco di canzone popolare, disse che “nulla determina in me più malinconia che questa fuga del tempo. Essa è in un così sostanziale disaccordo col mio sentimento, la mia identità, che è la sorgente stessa della mia poesia”. Questi versi, ambientati su un ponte di Parigi, fanno pensare a un’altra poesia con la medesima ambientazione, “Nostalgia” di Giuseppe Ungaretti. Non è un caso: i due poeti in quel periodo della Belle Époque parigina si contendevano la stessa donna, Marthe Roux. Poi sarebbe giunta la guerra a sparigliare le carte e a dividere i contendenti: Ungaretti sul Carso, Apollinaire nella Champagne.
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FOTOGRAFIA © GÉRARD DELAFOND
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LA FRASE DEL GIORNO
Il fiume è simile alla mia pena / Si consuma e non si esaurisce.
GUILLAUME APOLLINAIRE, Alcools
Wilhelm Albert Włodzimierz Apollinaris de Wąż-Kostrowick (Roma, 26 agosto 1880 - Parigi, 9 novembre 1918), noto con lo pseudonimo di Guillaume Apollinaire, poeta francese sostenitore di una totale libertà formale e di nuovi contenuti frutto dell’indagine dell’inconscio, fu un precursore del Surrealismo. Combattente nella Prima guerra mondiale, fu vittima dell’epidemia di febbre spagnola.
Una Parigi gia' magica di per se' riceve da questi versi che non conoscevo altri elementi di fascino. E la guerra, vituperio delle genti ...
RispondiElimina...uno scritto che esprime molto bene quello che vuole dire..."efficace".
RispondiEliminaciao Vania