Luglio è il mese del sole, del mare, dell’estate piena. Canicolare tanto da riempire i telegiornali di luoghi comuni sull’afa e di immagini di gente che si rovescia addosso acqua alle fontane. Seguiamo Giorgio Vigolo passeggiare per Roma e infilare una via fresca. Luglio è anche mese di forti temporali che giungono a recale sollievo: come quello che racconta in presa diretta Diego Valeri, una cronaca espressa con i suoi versi levigati e sonori come la pioggia che cade.
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GIORGIO VIGOLO
L'EREMITA DI ROMA, X
Silenzioso vicolo Margana
col tuo cavalcavia muscoso d'ombra!
Nel meriggio di luglio
t'incontro sui miei passi,
miracolosa svolta
nelle Mille e una Notte.
Esco di mano al boia
per tua grazia, un istante;
senza pensare alla mia vita d'oggi,
riparo nel tuo fresco.
(da Linea della vita, 1949)
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DIEGO VALERI
LUGLIO
Rosse vampe leggere
si schiomano tra nuvole nere
per il profondo turchino.
Su l'immoto silenzio supino
della campagna, spossata
dall'urlio delle pazze cicale,
frana improvviso il temporale,
rotola rotola, precipita giù.
Lunga ondata di venti lontani;
da presso, un'altra, più forte.
Un grandinare di fogliette morte
su le mie mani...
Un'altra e un'altra: tutta una cascata
fragorosa s'abbatte
sopra la mia casetta di verdura:
la mortella si storce e si dibatte
nella stretta della paura,
l'edere ai tronchi si stringon tremando.
A un tratto, tutto s'oscura rombando
intorno a me: la pianura
s'abbassa, affonda giù giù.Uno scoppio secco;
ed ecco
tutto il cielo s'annera di spavento.
Cade il vento.
Le cicale non cantano più.
Le cicale hanno smesso di cantare;
ma cantan tutti i galli del paese
e le campane delle quattro chiese.
Chiaman la piova, e già la piova è qui.
La bella piova d'argento vestita
già copre del suo strascico frangiato
la valle azzurra e il borgo ottenebrato,
e or sale al colle giunge fino a me.
La dolce piova dalle mille dita,
ecco, è sul mio rifugio: il cuor l'ascolta
toccar cento tastiere in una volta
e mille voci armonizzare in sé.
L'ascolta ogni altra cosa. Il tuono è spento;
tacciono le campane; il gallo tace.
Dopo la guerra, che profonda pace,
che soavi parole di bontà!
E adesso, ecco, ella move alla pianura
col suo passo frusciante di regina.
Ogni fronda l'invita e le s'inchina;
la terra piange di felicità.
Un lampo turchino,
un palpito d'oro,
fresco riso divino -
e le cicale riprendono il coro.
(da Poesie, 1962)
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Fotografia © Tim McWorther
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LA FRASE DEL GIORNO
Bolle l'ardente luglio, e dalle case / donne e donzelle fuor discaccia come / fuori dell'arnie, dove son ristrette, / fa sbucar l'api il villanel col zolfo.
GASPARO GOZZI, Sermoni poetici
...bellissime/intense immagini dipinte da Valeri.
RispondiEliminaciao Vania