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giovedì 21 luglio 2011

L’amore dal dolore

 

MARINA CVETAEVA

INDIZI

Come spostando pietre:
geme ogni giuntura! Riconosco
l’amore dal dolore
lungo tutto il corpo.

Come un immenso campo aperto
alle bufere. Riconosco
l’amore dal lontano
di chi mi è accanto.

Come se mi avessero scavato
dentro fino al midollo. Riconosco
l’amore dal pianto delle vene
lungo tutto il corpo.

Vandalo in un’aureola
di vento! Riconosco
l’amore dallo strappo
delle più fedeli corde
vocali: ruggine, crudo sale
nella strettoia della gola.

Riconosco l’amore dal boato
- dal trillo beato -
lungo tutto il corpo!

(da Poesie – Traduzione di Pietro Antonio Zveteremich)

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L’amore, ancora lui. Ancora Eros, il dio dolceamaro e invincibile di Saffo. Tutti noi lo abbiamo declinato nelle sue varie sfaccettature, lo abbiamo associato ad altre parole: gioia, rimpianto, nostalgia, sesso, speranza. La grandissima poetessa russa Marina Cvetaeva lo lega alla parola dolore – non è un ossimoro, il dolore è anzi uno dei modi per sentirsi vivi. Del resto, in un’altra poesia la Cvetaeva aveva scritto che “l’amore / è sutura, / non benda, / sutura”. “Indizi” fa parte del ciclo Insonnia, pubblicato nel 1923: erano i giorni in cui, passato il terribile periodo della Rivoluzione d’ottobre, la poetessa, esule da Mosca, si trovava a Berlino: protagonista di quell’amore doloroso è Abram G. Visnjak, proprietario della casa editrice Elicona, che le pubblicò alcune raccolte di versi e divenne suo amante. Ma Visnjak era sposato e poco interessato alla relazione con Marina. Cose che Eros sembra non sapere: continua imperterrito a scavare, fino a giungere al midollo…

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IMMAGINE © IA/BING

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LA FRASE DEL GIORNO
Cos’è la cosa principale in amore? Conoscere e nascondersi. Conoscere chi ami e nascondere il tuo amore. Talvolta il nascondiglio (vergogna) vince la conoscenza (passione). La passione per ciò che è nascosto – la passione per ciò che è rivelato.
MARINA CVETAEVA, La casa del vecchio Pymen




Marina Ivanovna Cvetaeva (Mosca, 8 ottobre 1892 – Elabuga, 31 agosto 1941), poetessa e scrittrice russa. Divenuta una delle migliori voci del simbolismo russo, fu invisa al regime stalinista. Esule a Berlino e Parigi, tornò in patria nel 1939 alla ricerca del marito, fucilato dall NKVD e della figlia, in campo di lavoro. Disperata e isolata, si uccise nel 1941.


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