OCTAVIO PAZ
IL PONTE
Tra adesso e adesso
tra io sono e tu sei
la parola ponte.
Entri in te stessa
quando entri in lei:
il mondo si chiude
come un anello.
Da una sponda all'altra
sempre si stende un corpo,
un arcobaleno.
Sotto i suoi archi dormirò.
(da Salamandra, 1962)
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“In verità, noi non vediamo passare le cose: vediamo come le cose passano attraverso il poeta – e anch’egli passa. L’io del poeta, nell’uso della prima o della terza persona, è lo spazio in cui succedono le cose, uno spazio che è anche tempo” scriveva Octavio Paz nel 1972 in Puertas al campo. L’ossessione della crisi dell’idea del tempo è ricorrente in Paz: il poeta messicano, Premio Nobel 1990, troverà in India una risposta che coinvolgerà coscienza e poesia, nel superamento dell’Io della filosofia occidentale. Il tempo e la parola stessa verranno messi in discussione davanti all’onnipotenza del silenzio: “L’istante si dissolve nell’anonima successione degli altri istanti. Per salvarlo dobbiamo convertirlo in ritmo”.
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Fotografia © Ewallpapers
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LA FRASE DEL GIORNO
La poesia è la nostra unica istanza contro il tempo rettilineo, contro il progresso.
OCTAVIO PAZ, Corrente alterna
Octavio Irineo Paz Lozano (Città del Messico, 31 marzo 1914 – 20 aprile 1998), poeta, scrittore, saggista e diplomatico messicano, premio Nobel per la letteratura nel 1990. La sua poesia è fatta di sperimentazione e anticonformismo, un continuo mettersi in discussione del linguaggio, “lotta continua contro la significazione”.
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