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martedì 28 dicembre 2010

Luzi e la felicità


MARIO LUZI

QUESTA FELICITÀ


Questa felicità promessa o data
m'è dolore, dolore senza causa
o la causa se esiste è questo brivido
che sommuove il molteplice nell'unico
come il liquido scosso nella sfera
di vetro che interpreta il fachiro.
Eppure dico: salva anche per oggi.
Torno torno le fanno guerra cose
e immagini su cui cala o si leva
o la notte o la neve
uniforme del ricordo.


(da “Onore del vero”, 1957)

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Nelle sue poesie Mario Luzi si dedica ad un incessante lavoro di scavo, si pone davanti alla realtà e cerca di trarre dalla sua forma sfuggente e contraddittoria i segni della condizione umana: raccoglie le apparenze, i messaggi ambigui, i lati negativi. Il suo lavorio è così una presa di coscienza che l’attesa è destinata ad essere vana: nonostante ciò Luzi vive quest’attesa rivestendola con un profondo e fermo senso religioso, con la pietas, la partecipazione e la condivisione della sofferenza umana. Anche “Questa felicità” può essere letta nell’ottica della salvezza: la felicità come manifestazione del vivere, come momento ritagliato all’inesorabile sbiadire del ricordo.
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Pier Callegarini, “Albero della felicità”

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LA FRASE DEL GIORNO
La felicità esiste, ne ho sentito parlare. 
GESUALDO BUFALINO, Il malpensante




Mario Luzi (Castello di Firenze, 20 ottobre 1914 – Firenze, 28 febbraio 2005), poeta italiano, fu uno dei grandi rappresentanti dell’Ermetismo. Più volte candidato al Nobel, fu insignito della Legion d’Onore. Fu Accademico della Crusca e senatore a vita.


2 commenti:

  1. ...come è difficile e facile scorgere la Felicità.
    Ciao Vania

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  2. La si difende strenuamente, la si insegue, si crede di raggiungerla...

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