ROBERTO SANESI
POCHI VERSI PER NATALE
Dove la rosa di Natale e il gladiolo s'incontrano, la neve
balza da filo a foglia come un gatto cieco, e la periferia ricorda
con i neri cappucci e le lanterne la Ripa Ticinese, un frate laico antico
inventato dal freddo, seduto sui tetti. Sebbene l'alba sia ancora lontana,
i fiori aprono in sé nuove parole, in un'arte del gesto
per me sconosciuta, nascosta nel tempo, e un disordine in cui
la finzione dell'ordine a lungo era stata ragione
esplode nel silenzio.
Boston, Mass. , 1960
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Una poesia colta e raffinata quella di Roberto Sanesi (1930-2001), che risente dell’attività di traduttore di poeti inglesi e americani, da Dylan Thomas a Eliot ai metafisici del Seicento. Una poesia che affida alla parola compiti filosofici: la ricerca che essa sottende va in direzione di nuovi modi di sentire e di vedere, “vive la problematica dell’ambiguità del concettuale e del sensibile” secondo Enzo Paci, prefatore di “Poesie per Athikte”, raccolta di Sanesi del 1959. È alla luce di questo faro che possiamo leggere allora i “Pochi versi per Natale”: alla periferia di Boston, Sanesi si sorprende ad osservare un paesaggio innevato che nel buio potrebbe benissimo essere quello della natia Milano e scopre che l’ordine non è altro che una parvenza nel caos.
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Fotografia © Bostonist
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LA FRASE DEL GIORNO
Soffoca il mare anche la sabbia, e un fuoco / lento brucia le stimmate degli anni, / amore.
ROBERTO SANESI, Poesie per Athikte
...mi è difficile...ma credo sia molto bella...comprendendoLa bene.
RispondiEliminaciao Vania