RAFEAL ALBERTI
RITORNI DELL'AMORE COME ERA
A quel tempo eri bionda e grande,
solida spuma ardente ed elevata.
Parevi un corpo staccatosi
dai centri del sole, lasciato
da un colpo di mare sulla sabbia.
Tutto era fuoco a quel tempo. Bruciava
intorno a te la spiaggia. A rutilanti
vetri di luce erano ridotte
le alghe, i molluschi, le pietre
che le ondate spingevano contro di te.
Tutto era fuoco, fulmine, palpito
d'onda calda in te. Se era una mano
che osava o le labbra, cieche braci
volando fischiavano nell'aria.
Tempo incendiato, sogno consumato.
Io mi rotolai nella tua spuma a quel tempo.
(da “Ritorni della vita lontana”, 1956 – Trad. Vittorio Bodini)
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Il poeta spagnolo Rafael Alberti, dopo aver combattuto nella guerra di Spagna, fu costretto a rifugiarsi in esilio prima in Messico e poi a Buenos Aires. È lì che nascono le poesie dei “Ritorni”, quell’opera di recupero del passato, di elaborazione della memoria per riportare alla luce i miti perduti della terra abbandonata: l’infanzia, le coste spagnole, l’amico Federico Garcia Lorca, sere di pioggia, la tristezza dei giorni perduti e naturalmente, come in questo caso, l’amata. Una donna che si viene in qualche modo a fondere con la terra, ad assumere su di sé le sembianze della spiaggia e del mare, a diventare sabbia e spuma d’onda, a essere fuoco in contrasto con l’ombra che avvolge il limbo del presente.
Ma tutto questo ricordare – “premeditazione proustiana” commenta il poeta Vittorio Bodini, traduttore di Alberti – non è negativo: getta una nuova luce sul presente, rende molto simile al mare di Cadice dell’infanzia questa baia del Paranà che ora è di fronte al poeta.
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Fotografia © Photoeverywhere
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LA FRASE DEL GIORNO
Resta pur sempre la fortuna, il dono / infinito di poter tornare sui remoti / passi che demmo un dì in quei luoghi / che il nostro amore andò creando / come in un sogno.
RAFAEL ALBERTI, Ritorni della vita lontana
Rafael Alberti Merello (El Puerto de Santa María, 16 dicembre 1902 - 28 ottobre 1999), poeta spagnolo. Membro della Generazione del ‘27. Il suo lirismo si evolve da una poesia più intellettuale e astratta alla violenza satirica di opere quali Capital de la gloria (1936-1938) e infine a un più delicato e nostalgico intimismo.
...molto bella...la saggezza dei "vecchi"...e dei "vecchi" ricordi.
RispondiEliminaciaoo Vania
...guarda che stamattina ho chiesto in libreria il Vostro libro....:)))
non c'era in elenco e ora c'è....e ci sarà a breve materialmente :))
il passato aiuta a vivere il presente e a costruire il futuro.
RispondiEliminaQuanto al libro, siamo contenti che viaggi per l'Italia. :-)) Mi raccomando, facci sapere...