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lunedì 22 novembre 2010

Del conoscere se stessi

 

La persona che conosciamo meglio – o che dovremmo conoscere meglio – è quella con cui siamo in contatto ventiquattro ore al giorno, sette giorni su sette, senza ferie e vacanze: siamo noi stessi. Ma non è facile per nulla definirsi, né siamo sempre in grado di sapere come reagiremmo in una determinata situazione.

Se l’imperativo posto sul tempio di Apollo a Delfi, attribuito ai Sette Savi, è “Conosci te stesso”, forse facile per filosofi della loro tempra e per il loro contemporaneo Lao Tzu: “Chi conosce gli altri è saggio; / Chi conosce se steso è illuminato”. Già Miguel de Cervantes nel Chisciotte ci ricorda che “Conoscere bene te stesso è la conoscenza più difficile che possa immaginarsi”.  Va ancora oltre H.D. Thoreau: “Osservare se stessi è difficile quanto guardare indietro senza voltarsi”. Perché, come chiosa Luigi Pirandello in una delle sue novelle: “Ciò che conosciamo di noi è però solamente una parte, e forse piccolissima, di ciò che siamo a nostra insaputa”.  André Gide così commenta: “Conosci te stesso. Massima tanto perniciosa quanto brutta. Chiunque si osservi arresta il proprio sviluppo. Il bruco che cercasse di «conoscersi bene» non diventerebbe mai farfalla”.

C’è chi si lancia in questa conoscenza di sé, che si mette alla prova, chi si pone domande alle quali risponde con sofferenza, come il poeta spagnolo Juan Ramón Jiménez: “Che solo mi ascolti io di dentro”; e c’è chi svicola, fa finta di nulla e continua a vivere ignorando chi veramente sia, come spiega Joseph Conrad in Lord Jim: “È mia convinzione che nessuno capisca fino in fondo gli elaborati stratagemmi ai quali ricorre per evitare l'ombra sinistra della conoscenza di sé”.  E naturalmente c’è chi scende a compromessi, come racconta Fëdor Dostoevskij nelle Memorie del sottosuolo: “Un uomo evoluto e perbene non può essere vanitoso senza essere illimitatamente esigente verso sé stesso e senza disprezzarsi in certi momenti fino all'odio”. I santi siedono tranquilli e osservano questo viavai: “E gli uomini se ne vanno a contemplare le vette delle montagne, i flutti vasti del mare, le ampie correnti dei fiumi, l’immensità dell’oceano, il corso degli astri, e non pensano a se stessi” dice Sant’Agostino nelle Confessioni.

In conclusione, “Ciascuno di noi è quello che le sue vicende hanno creato”, come ci rammenta Umberto Eco nell’Isola del giorno prima. Ma le parole secondo me più saggie sono ancora una volta quelle di Seneca, scritte all’amico Lucilio: “Mi chiedi qual è stato il mio progresso? Ho cominciato a essere amico di me stesso”.

Anche perché, come si dice nel Troilo e Cressida di William Shakespeare, “Le ferite che ci si fa da se stessi guariscono male”.

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Fotografia © Immanuel Giel

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LA FRASE DEL GIORNO 
Per conoscere se stessi è necessario conoscere gli altri.
LUDWIG BÖRNE, Critiche

10 commenti:

  1. Il Conosci te stesso lo vedo un po' come una trappola anche perché spesso chi tenta di conoscersi commette degli errori dicendo tra l'altro: "Ah, io sono così." come se la cosa dovesse perdurare all'infinito e non avere un progresso continuo.
    Si pensa che non cambiamo mai, ma non siamo mai gli stessi di un giorno.
    E poi le persone che credono di sapere tutto di sé non mi convincono perché c'è sempre una parte che rimane nascosta.
    Quindi anch'io condivido le ultime parole di Seneca.

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  2. io penso a un conoscere se stessi migliorativo, un monitorare anche i cambiamenti, quindi riconoscere che non si è perfetti, senza per questo farne un dramma. Le persone troppo sicure di sé non mi piacciono

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  3. ..."conoscersi"...non credo sia difficile...basta "ascoltarsi"...e "ascoltare gli altri"...ma bene.

    ...per quanto riguarda l'essere sicuri...non si può...la "vita...giorno dopo giorno....è sempre un incognita".
    ciao Vania

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  4. Sono perfettamente d'accordo con Vania. Peccato che molti non lo intendano così.
    Avevo scritto male il commento precedente.

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  5. Non si finisce mai di conoscere se stessi! Così come non si finisce mai di imparare! Credo sia il più o meno tacito lascito della maggior parte degli autori e dei pensatori che tu hai citato.

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  6. Sì: bisognerebbe modificare la celebre massima in "Prova sempre a conoscere te stesso"

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  7. la foto è fantastica!
    e in una fase di riscoperta personale in cui provo a rendere salda e intramontabile l'amicizia con me stessa, mi ha colpito molto la riflessione di Gide "...chiunque si osservi arresta il proprio sviluppo. Il bruco che cercasse di «conoscersi bene» non diventerebbe mai farfalla" e pensavo che forse il segreto è proprio quello di non pretendere una conoscenza statica di sè in quanto esula dalla natura umana, ma provare a guardarsi divenire farfalla e lasciare che accada!

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  8. Sunrise, è bella questa idea del lasciare che accada: anch'io non sono poi così contemplativo, ma, alquanto oraziano, spesso mi abbandono al carpe diem.

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  9. Ciao DR! in realtà io sono poco oraziana, perchè il suo carpe diem lasciava trapelare un pessimismo di fondo per il trascorrere inesorabile del tempo...
    il mio lasciare che accada, è più un ascoltare la vita e un ascoltarsi attraverso gli eventi, una conoscenza diacronica che non arresti il nostro cammino ma ci accompagni! buona giornata!

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  10. Leggi un aspetto interessante riguardante le «conosci te stesso»
    Leggi un aspetto interessante riguardante le "E" nelle Delfi:

    https://skydrive.live.com/?cid=E39B50D7D9EA3235&id=E39B50D7D9EA3235!120#!/view.aspx?cid=E39B50D7D9EA3235&resid=E39B50D7D9EA3235!121&app=WordPdf

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