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giovedì 26 agosto 2010

Tabù, regole e apparenze


EDGAR LEE MASTERS

GRIFFY IL BOTTAIO


Il bottaio deve intendersi di botti.
Ma io conoscevo anche la vita,
e voi che gironzolate fra queste tombe

credete di conoscere la vita.
Credete che il vostro occhio abbracci un vasto
orizzonte, forse,
in realtà vedete solo l'interno della botte.
Non riuscite a innalzarvi fino all'orlo
e vedere il mondo di cose al di là,
e a un tempo vedere voi stessi.
Siete sommersi nella botte di voi stessi –
tabù e regole e apparenze
sono le doghe della botte.
Spezzatele e rompete la magiadi credere che la botte sia la vita,
e che voi conosciate la vita!


(da Antologia di Spoon River, 1915)

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Propongo un altro brano dall’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters, dopo quello di George Gray, l’ignavo il cui ritratto è un vascello dalla vela ammainata. Il tema è simile a quello: se là c’era l’incapacità di prendere il mare, di abbandonarsi alla vita, qua il bottaio ci ammonisce a lasciarci andare, a non considerare solo la nostra piccola botte – la nostra vita – come centro del mondo, ma a superare i suoi confini, a entrare nei territori degli altri e della conoscenza, a esplorare quello che c’è oltre le doghe, infrangendo i “tabù, le regole e le apparenze” che ci negano la visione dell’orizzonte.

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Fotografia © Archivio Simonds

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LA FRASE DEL GIORNO
Sentirsi felici di incontrare una persona, qualunque sia la circostanza, è il bello di una affinità istintiva.
BANANA YOSHIMOTO, Chie-Chan e io





Edgar Lee Masters (Garnett, Kansas, 23 agosto 1868 – Melrose Park, Pennsylvania, 5 marzo 1950), poeta, scrittore e avvocato statunitense, noto soprattutto come autore dell'Antologia di Spoon River, raccolta poetica di immaginarie epigrafi tombali del cimitero dell’altrettanto immaginaria città di Spoon River.



2 commenti:

  1. ...molto significativo questo passo, chissà se riusciamo sempre a vedere oltre.

    ...mi piace molto la frase del giorno, non ho mai letto nulla di Yoshimoto, ma dicono che è davvero brava...e intensa.

    Ciao Vania

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  2. La poesia di Masters è un invito all'apertura, a guardare sempre oltre il limite.

    Della Yoshimoto ho comprato un libro per caso, poi li ho letti tutti: niente di particolarmente eccezionale, ma mi attira quel mondo giapponese e poi mi piacciono certi pensieri che riesce a tirare fuori. Scrive in modo scorrevole e fa della brevità uno dei suoi punti di forza. (Insomma, i suoi libri non sono mattoni).

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