Giornali e televisioni hanno da tempo nel loro modo di esporre i fatti un corrispettivo del luogo comune: certi aggettivi che si “incollano” automaticamente al sostantivo. Il linguaggio giornalistico diventa così molto spesso monotono e prevedibile. La lingua risulta come “prefabbricata”, simile a quelle casette che si montano in pochi giorni, e non ci arreca neanche più quasi fastidio: si fa l’abitudine a tutto.
Capito cosa intendo? Sì? No? Io, per non sbagliare, vado con gli esempi:
- splendida cornice
- toccante episodio
- zona malfamata
- gesto disperato
- raccapricciante incidente
- rocambolesca evasione
- cauto ottimismo
- abbondante libagione
- ingente bottino
- vasta battuta
- ridente località
- amanti diabolici
- sentenza esemplare
- corpo contundente
- male incurabile
- montagna assassina
- insano gesto
Eppure, basterebbe prestare più attenzione al vocabolario e all’uso dei sinonimi per scrivere in modo più lineare, senza cadere nei tranelli delle locuzioni pronte all’uso.
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Fotografia © Consiglio Regionale Calabria
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LA FRASE DEL GIORNO
Un vero giornalista: spiega benissimo quello che non sa.
LEO LONGANESI, La sua signora
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