NAZIM HIKMET
TI AMO COME SE MANGIASSI IL PANE
Mosca, 1959
Ti amo come se mangiassi il pane spruzzandolo di sale
come se alzandomi la notte bruciante di febbre
bevessi l'acqua con le labbra sul rubinetto
ti amo come guardo il pesante sacco della posta
non so che cosa contenga e da chi
pieno di gioia pieno di sospetto agitato
ti amo come se sorvolassi il mare per la prima volta in aereo
ti amo come qualche cosa che si muove in me
quando il crepuscolo scende su Istanbul poco a poco
ti amo come se dicessi Dio sia lodato son vivo.
(da Poesie d'amore, 1964 - Traduzione di Joyce Lussu)
“Lontano dagli occhi, lontano dal cuore” dice il proverbio. Be’, non è vero. Spesso è anzi il contrario: la lontananza, l’assenza funge da carburante per alimentare l’amore. Prendiamo questa poesia di Nazim Hikmet. Lui è esule a Mosca da qualche anno, dopo i contrasti con il governo turco che lo avevano portato a uno sciopero della fame e poi in carcere a Bursa. Sua moglie Münevver e suo figlio non lo hanno potuto seguire. Ed ecco che innalza attraverso la sua poesia il so canto d’amore, che esprime la grandezza del suo sentimento attraverso similitudini. È un amore pieno di desiderio e di sapore, di stupore e di meraviglia, anche di nostalgia naturalmente, di sorpresa e di gioia di vivere nonostante tutto. Perché l’amore vince tutto, come ci ricorda Virgilio.
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Mosca © Gijontour
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LA FRASE DEL GIORNO
L'amore aiuta a vivere, a durare, | l'amore annulla e dà principio. E quando | chi soffre o langue spera, se anche spera, | che un soccorso s'annunci da lontano, | è in lui, un soffio basta a suscitarlo.
MARIO LUZI, primizie del deserto
Nâzım Hikmet Ran (Salonicco, 15 gennaio 1902 – Mosca, 3 giugno 1963), poeta, drammaturgo e scrittore turco naturalizzato polacco. Definito "comunista romantico" o "rivoluzionario romantico, è considerato uno dei più importanti poeti turchi dell'epoca moderna. Considerato sovversivo dal regime, scontò 17 anni di carcere prima dell’esilio nei paesi dell’est europeo.
adoro Hikmet, esprime i sentimenti con una foorza travolgente...viene voglia di essere l'oggetto delle sue poesie...
RispondiEliminale poesie d'amore di Hikmet hanno la forza della lontananza, quella che "spegne i fuochi piccoli e alimenta i grandi". Quello per Munevver era un grande amore, almeno dal 1950 al 1960, quando, esule in Unione Sovietica, Hikmet sposò un'altra!
RispondiElimina...trascinante...questa poesia...parole...che emozionano...senza ombra di dubbio. Ciao Vania
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