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mercoledì 20 gennaio 2010

Il profeta canuto di Miłosz



CZESLAW MIŁOSZ

CANZONE DELLA FINE DEL MONDO

Il giorno della fine del mondo
L'ape gira sul fiore del nasturzio,
Il pescatore ripara la rete luccicante.
Nel mare saltano allegri i delfini,
Giovani passeri si appoggiano alle grondaie
E il serpente ha la pelle dorata che ci si aspetta.

Il giorno della fine del mondo
Le donne vanno per i campi sotto l'ombrello,
L'ubriaco si addormenta sul ciglio dell'aiuola,
I fruttivendoli gridano in strada
E la barca dalla vela gialla si accosta all'isola,
Il suono del violino si prolunga nell'aria
E disserra la notte stellata.

E chi si aspettava folgori e lampi,
Rimane deluso.
E chi si aspettava segni e trombe di arcangeli,
Non crede che già stia avvenendo.

Finché il sole e la luna sono su in alto,
Finché il calabrone visita la rosa,
Finché nascono rosei bambini,
Nessuno crede che già stia avvenendo.
Solo un vecchietto canuto, che sarebbe un profeta,
Ma profeta non è, perché ha altro da fare,
Dice legando i pomodori:
Non ci sarà altra fine del mondo,
Non ci sarà altra fine del mondo.

Varsavia, 1944

(da Poesie scelte, 1931-1987)

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Tutte le religioni e tutte le culture hanno un traguardo escatologico, quella che in parole più accessibili è chiamata “la fine dei giorni”. I Maya, per esempio, credono che avverrà il 21 dicembre del 2012, i cattolici fanno riferimento al vangelo di Matteo (“nessuno conosce l'ora o il giorno”) e all’Apocalisse, gli ebrei attendono il loro settimo millennio, che avrà inizio tra oltre 1200 anni, i protestanti e gli avventisti sono in attesa dell’Armageddon, anche gli islamici hanno il loro giorno del giudizio.

Il poeta polacco Czesław Miłosz, premio Nobel per la Letteratura nel 1980, emigrato negli Stati Uniti nel 1960 per sfuggire al regime comunista e divenuto dieci anni dopo cittadino statunitense, dipinge una scena minimalista di questo giorno finale: nulla di diverso, tutto come al solito, quasi che ogni giorno possa esserlo senza neppure saperlo. Solo un vecchio contadino conosce la verità…

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Vincent Van Gogh, “Seminatore col sole che tramonta”

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LA FRASE DEL GIORNO
Quella che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla.
LAO TZU




Czesław Miłosz (Šeteniai, Lituania, 30 giugno 1911 – Cracovia, 14 agosto 2004),  poeta e saggista polacco. La sua poesia ha grandi ambizioni formali e una decisa intonazione pessimistica. Nel 1980 gli fu conferito il Nobel con la seguente motivazione: “A chi, con voce lungimirante e senza compromessi, ha esposto la condizione dell'uomo in un mondo di duri conflitti”.



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