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giovedì 9 luglio 2009

L’ucronia di Brizzi

Ucronia. Ovvero, la storia alternativa. È da qui che Enrico Brizzi prende lo spunto per narrare le vicende del giornalista Lorenzo Pellegrini nel suo romanzo “L’inattesa piega degli eventi”, pubblicato da Baldini Castoldi Dalai nel 2008. L’ucronia è la storia fatta con i se, un gioco intellettuale che ricostruisce un futuro alternativo dopo avere mutato un evento storico. Ed è in questo contesto, l’alleanza dell’Italia di Mussolini contro la Germania, la conseguente vittoria nella guerra contro i tedeschi e l’espansione dei confini al Tirolo e a una porzione di territorio francese (la “pugnalata alla schiena” in tal caso è del governo di Petain contro l’Italia), il mantenimento della gestione delle colonie, che Brizzi racconta la sua storia.

Nell’Italia del 1960, una repubblica che ha cacciato i Savoia dopo il “tradimento” del 1943, con il Duce morente e le Olimpiadi di Roma ormai imminenti, il giornalista sportivo bolognese Lorenzo Pellegrini viene inviato per punizione a seguire la “Serie Africa”, il campionato delle colonie ignorato in patria e fonte invece di accese rivalità anche politiche e razziali in Somalia, Etiopia ed Eritrea. Mentre in Italia è in corso un’aspra lotta per la successione al Duce, nell’Africa Orientale Italiana si muovono sotto traccia i germi di una rivolta che si estenderà anche alla madrepatria, dopo la scomparsa di Mussolini. Lorenzo Pellegrini scoprirà una terra affascinante e i suoi contrasti, le tensioni palpabili che scoppiano ogni giorno e sono catalizzate dal calcio, con squadre di soli bianchi fedeli al regime, come la Audax Addis Abeba e le Fiamme Nere Gibuti, e squadre interrazziali spesso povere, con giocatori scalzi e divise raffazzonate, ma ricche di dignità, come l’Abissinia Dire Daua e il San Giorgio.

Interessante è il quadro antropologico e linguistico tratteggiato da Brizzi: naturalmente tutti si danno del voi, ci si chiama “camerata” e si fa il saluto romano, anche se spesso in maniera stanca; i nomi sono tutti italianizzati: c’è un personaggio che si chiama Oscarre, Innsbruck diventa Ponte a Eno, Lienz Borgo Drava, il Kenia è Chenia, il Milan si trasforma in Milano. E poi ci sono le conseguenze della Storia: a Pio XII è succeduto non il mite Giovanni XXIII ma il conservatore francese Pio XIII, Pratt non disegna Valentina ma Ettore della Xª, Sandro Pertini è a capo del Comitato di Liberazione dell’Africa Orientale, le sigarette sono le Giubek, la compagnia aerea è l’Ala Littoria, non c’è la RAI ma l’EIAR. Non tutto muta però: la Juventus di Charles e Sivori è in testa al campionato, Modugno canta “Volare” e a Carosello non si è rinunciato…




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LA FRASE DEL GIORNO
La storia è un romanzo che è stato; il romanzo è storia che avrebbe potuto essere.
EDMOND e JULES DE GONCOURT, Idées et sensations

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