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mercoledì 1 luglio 2009

Juan Carlos Onetti

Ricorre oggi il centenario della nascita di uno dei grandi poeti della letteratura sudamericana, l'uruguayano Juan Carlos Onetti, "uno dei pochi esistenzialisti in lingua castigliana", come rileva la sua compatriota Cristina Peri Rossi. Onetti nacque a Montevideo il 1° luglio del 1909, ma pubblicò le sue opere in Argentina, dove si era trasferito a vent'anni: i suoi primi racconti vennero ospitati da La Prensa e da La Nación. Nel 1939 vide la luce il suo primo romanzo, "Il pozzo". Dall'ammirazione per Faulkner trae l'idea di creare un mondo autonomo, dove sono ambientate tutte le opere, la città di Santa Maria. Tra i suoi romanzi “Terra di nessuno” (1941), “La vita breve (1950), “Il cantiere (1961), “Lasciamo che parli il vento” (1979). Nel 1980 ottenne il Premio Cervantes. Morì a Madrid nel 1994.

Esistenzialista, dunque. Lo scrittore peruviano Mario Vargas Llosa dice di Onetti, sul quale sta scrivendo un saggio: "Il suo mondo è un mondo molto pessimista, carico di negatività, fatto che non lo lega a un pubblico molto vasto". In effetti lo scrittore e poeta uruguayano riesce a superare questo pessimismo, e lo fa grazie alla letteratura. Un'angoscia profonda rimane sotto traccia in ogni sua opera, una disperazione nella quale naviga l'intimità del poeta. E l'ancora di salvezza è, ancora una volta, lo scrivere.


Juan Carlos Onetti (dal web)


IL DECALOGO (+ UNO) PER I GIOVANI SCRITTORI

  1. Non cercate di essere originali. Essere distinti è inevitabile quando ci si preoccupa di esserlo.
  2. Non provate ad abbagliare il borghese. Poiché non accade. Costui si spaventa solo quando gli minacciano il portafogli.
  3. Non cercate di complicare il lettore, né di cercare né di reclamare il suo aiuto.
  4. Non scrivete pensando alla critica, agli amici o parenti, alla dolce sposa o fidanzata. E tantomeno al lettore ipotetico.
  5. Non sacrificate la sincerità letteraria a niente. Né alla politica né al trionfo. Scrivete sempre per quell'altro, silenzioso e implacabile, che abbiamo dentro e che non è possibile ingannare.
  6. Non seguite le mode, abiurate il maestro consacrato prima del terzo canto del gallo.
  7. Non limitatevi a leggere libri già consacrati. Proust e Joyce furono disprezzati quando apparvero, oggi sono geni..
  8. Non dimenticate la frase, giustamente famosa: 2 + 2 son 4; e se fossero 5?
  9. Non disdegnate temi con una strana narrativa, qualunque sia la sua origine. Rubatela, se è necessario…
  10. Mentite sempre.
  11. Non dimenticate quello che scrisse Hemingway: "Ha dato anche lettura dei pezzi pronti per il mio romanzo, che è il punto più basso nel quale uno scrittore può cadere".


DUE POESIE DI JUAN CARLOS ONETTI

E IL NOSTRO PANE

Di te conosco soltanto
il sorriso giocondo
con le labbra separate
il mistero
la mia caparbia ossessione
di svelarlo
e avanzare caparbio
e sorpreso
esplorando il tuo passato.
Conosco soltanto
il dolce latte dei tuoi denti
il latte placido e burlone
che mi separa
per sempre
dal paradiso immaginato
dall'impossibile domani
dalla pace e dalla fortuna silenziosa
dal rifugio e dal pane diviso
da ogni oggetto quotidiano
che io potrei chiamare
nostro.



CARA LITTY

Da qualche mese
con inusitata frequenza
il postino non mi lascia più tue lettere
Sarà l'amnesia dell'uomo
o forse che le impili
in un angolo pulito
del suo appartamento di scapolo
e che un giorno me le consegni
con un nastro rosa
tutte insieme
come un banchetto
per l'affamato dimenticato
che può immaginarsi
sin d'ora
una chiara cataratta
di tenerezze e di ricordi.


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LA FRASE DEL GIORNO
La letteratura è mentire bene la verità.
JUAN CARLOS ONETTI, Requiem per Faulkner




Juan Carlos Onetti Borges (Montevideo, 1º luglio 1909 – Madrid, 30 maggio 1994), scrittore e giornalista uruguaiano. Nelle sue opere risente l'influsso di Sartre, Dos Passos e Faulkner. I suoi romanzi, generalmente frammentarî, presentano un'ambientazione urbana e personaggi solitarî circondati da un'atmosfera di sadismo, perversione e pazzia, nostalgicamente attratti dal paradiso perduto dell'adolescenza.


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