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venerdì 5 dicembre 2008

L'ultimo Valeri



DIEGO VALERI

VOI PINI CHE DANZATE IN TONDO


Voi, pini, che danzate in tondo
così diritti e svelti, la testa nelle nuvole,
voi, bellissimi, siete
la grazia del luogo e dell’ora,
siete la pinetina che consola
il poveruomo dagli occhi sfiniti,
il vecchio, pazzo sempre di luce,
di verde, di nuvole.

(da Poesie inedite «o come», 1977)


L'ultima raccolta di Diego Valeri uscì postuma nel 1977, curata dall'amico poeta Carlo Betocchi per l'editore genovese San Marco dei Giustiniani. Quattordici poesie infilate via via in una busta dall'autore malato con l'intenzione di farne una nuova opera. Vengono pubblicati con il titolo di "Poesie inedite «o come»". Il curatore li commenta così: "Sono versi che, come la gran parte di quelli di Valeri, restano intesi a dar conto della sua domesticità con quanto lo circonda; quel che dell’universo gli è più vicino e lo tocca: e che avviene nel tempo, nel suo che è così misurato, a confronto dell’altro, di quello del vento, che non ha limiti".

Avevamo già visto la propensione di Diego Valeri per la natura, quel suo sereno lavoro di osservazione, il paragonare i sentimenti interiori alle manifestazioni esteriori della realtà. Il poeta ormai novantenne è ancora più saldo nelle sue convinzioni e sembra avvertire maggiormente il senso spirituale che alberga nelle cose, la loro bellezza che si trasforma in una grazia senza tempo e senza confine.




Abraham Efimovic Arkhipov, "tramonto in un paesaggio invernale"



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LA FRASE DEL GIORNO
Dove ti posso io cogliere, o natura infinita?
JOHANN WOLFGANG GOETHE




Diego Valeri (Piove di Sacco, 25 gennaio 1887 – Roma, 27 novembre 1976), poeta, traduttore e accademico italiano, fu ordinario di Letteratura Francese all’Università di Padova per oltre vent’anni, tranne nel periodo 1943-45 quando riparò in Svizzera come rifugiato politico.


2 commenti:

  1. La pigrizia invernale s'effonde, con i pigri primi freddi ed i fiocchi neve? Ultimamente ho aggiornato pochissimo i miei blogs - e l'assenza prolungata mi ha allontanata temporaneamente anche dalle visite più gradite: torno ad affermare però che è sempre un piacere visitare "Il Canto delle Sirene": una miniera, ricca di delicate e intense osservazioni. Piacevolissima lettura, anche 'in arretrato'... e sempre!

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