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domenica 2 novembre 2008

Leggere la Bibbia


Alla conferenza stampa di presentazione del Messaggio del Sinodo, il 24 ottobre, monsignor Gianfranco Ravasi si è rivolto ai responsabili dell'educazione dei governi europei con una domanda che risulta forse involontariamente provocatoria: "Perché i nostri ragazzi devono sapere tutto di Omero e niente di Mosé?".

L'idea, alla fine, è giusta, ma la domanda è posta male: se è vero che l'Europa rinnega il suo passato e non ha voluto inserire nella sua costituzione l'evidenza, ovvero le sue "radici cristiane", però non occorre discriminare la cultura classica, tra l'altro precedente quella cristiana.

Che poi si studi così tanto Omero a me proprio non pare. I ragazzi di oggi non conoscono Omero come non conoscono Mosé, ignorano la guerra di Troia e le peripezie di Odisseo come sono all'oscuro del lungo esodo verso la Terra Promessa.

Monsignor Ravasi, tolto questo sfortunato paragone, ha invece ragioni da vendere quando afferma che "Se non capisco la Bibbia, non capisco nulla di Dante, Goethe, Racine, Corneille, Pascal". Senza il testo sacro, la cultura occidentale crolla come un immenso palazzo costruito sulla sabbia: le solide fondamenta ci vengono dal Vecchio e dal Nuovo Testamento, unitamente - è bene non scordarlo - alla cultura greca e latina che furono alla base del mondo per quasi un millennio.

Leggere la Bibbia allora, per annodare un dialogo - dice monsignor Ravasi - "prima di tutto con il popolo ebraico, nel quale i cristiani hanno le proprie radici, e poi con tutte le religioni e con tutte le persone che cercano un senso all'esistenza". Anche attraverso Internet e l'iPod.




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LA FRASE DEL GIORNO
Solo, abbi cura e fa' ben attenzione di non dimenticare le cose che gli occhi tuoi hanno veduto e che non ti escano dal cuore per tutti i giorni della tua vita; ma anzi falle conoscere ai tuoi figli e ai figli dei tuoi figli.
DEUTERONOMIO, 4,9 (Primo discorso di Mosè)

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