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martedì 7 ottobre 2008

Cos'è la poesia? (VII)

 

LEÓN FELIPE

PROLOGHETTI, 12


Disfate questo verso.
Toglietegli le frange della rima,
il metro, la cadenza
e persino l'idea stessa...
Gettate al vento le parole...
e se dopo resta ancora qualcosa,
quello
sarà la poesia.
Che
importa
che la stella
sia remota
e disfatta
la rosa?...
Avremo ancora
la luce e l'aroma.


(da Versi e orazioni del viandante, 1930)


León Felipe, di cui si è già parlato in questo blog qualche tempo fa, era un poeta spagnolo piuttosto anomalo, ribelle alle mode e alle convenzioni. Viandante, pellegrino, senza riuscire a porre le sue radici in un angolo di mondo... se non nella poesia. E della poesia ci dà questa fulminante definizione. La poesia dunque è un qualcosa che va oltre - l'emozione si era detto - è uno spirito che aleggia tra le parole, un'anima che giace sottopelle sul foglio bianco, tra l'inchiostro. Non consiste nei versi, nelle rime, nelle gabbie della metrica, non è nelle terzine dantesche o negli endecasillabi dei sonetti: è una vitalità che nasce da tutte queste cose ma che le travalica.

Come la luce delle stelle che giunge a noi molti anni dopo ed è indipendente dall'astro, che potrebbe anche essere esploso dopo averci inviato quella luce o essere stato inghiottito da un buco nero. Come il profumo della rosa ormai appassita ma che ancora è vivo. La poesia è... la poesia, quella magia che avvolge parole normali di luce e di profumo regalando loro un tocco divino.


Dipinto di Erin Fitzhugh Gregory



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LA FRASE DEL GIORNO
La poesia è una sorta di gomma che trasuda di là dove essa trova il suo cibo.
WILLIAM SHAKESPEARE, Timone d'Atene, Atto I, Scena I





León Felipe Camino Galicia (Tábara, Spagna, 11 aprile 1884 - Città del Messico, 17 settembre 1968), poeta modernista e vanguardista spagnolo. Combattente repubblicano nella guerra civile spagnola, andò esule in Messico dopo la vittoria dei nazionalisti. La sua è una poesia spoglia, tesa a trasferire nel proprio io il peso e il dramma dell’uomo.


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