Il giovane Arthur Rimbaud, ragazzino di sedici anni, inviò un articolo a un giornale di Charleville, "Le Progrès des Ardennes", siglato con lo pseudonimo di Jean Baudry. Fu pubblicato nell'edizione del 25 novembre 1870. Una copia del quotidiano è stata ritrovata lo scorso aprile presso un antiquario a Charleville dal regista Patrick Taliercio, sulle tracce del poeta belga per realizzare un film sulla sua seconda fuga a Charleroi.
L'antiquario, François Quinart, conservava da due anni tre numeri del quotidiano: vende la copia al regista per trenta euro. Taliercio, grande appassionato di Rimbaud, era a conoscenza dello pseudonimo usato dal suo idolo: l'amico Delahaye aveva affermato che il poeta aveva accarezzato il sogno di diventare giornalista e che con tale "nom de plume" aveva inviato articoli al "Progrès des Ardennes", foglio contestatario, dopo che il direttore Jacoby aveva respinto i suoi versi chiedendo piuttosto pezzi giornalistici d'attualità.
Rimbaud acconsentì, ma il 31 dicembre di quell'anno il bombardamento tedesco distruggeva gran parte di Charleville, compresa la tipografia del giornale, che cessò così le pubblicazioni. Solo una quindicina di numeri sono custoditi nella biblioteca municipale, molto interessata ora all'edizione posseduta da Taliercio: cercheranno anche di entrare in possesso di altre copie del quotidiano, sperando di trovarvi articoli di un giornalista d'eccezione.
Questo è l'articolo ritrovato:
IL SOGNO DI BISMARCK (FANTASIA)
È sera. Sotto la sua tenda, piena di silenzio e di sonno, Bismarck, un dito sulla carta della Francia, medita; dalla sua immensa pipa si eleva un filo blu.Bismarck medita. Il suo piccolo indice adunco cammina, sulla pergamena, dal Reno alla Mosella, dalla Mosella alla Senna; con l’unghia ha rigato impercettibilmente la carta intorno a Strasburgo.; passa oltre. A Sarrebruck, a Wissembourg, a Woerth, a Sedan, sussulta, il piccolo dito adunco: accarezza Nancy, graffia Bitche e Phalsbourg, delinea Metz, traccia sui confini piccole linee spezzate e si ferma…
Trionfante, Bismarck ha coperto con l’indice l’Alsazia e la Lorena! Oh! Sotto la sua testa gialla, che deliri di avaro! Che deliziose nuvole di fumo spande la sua pipa felice!
***
Bismarck medita, toh! Un grosso punto nero sembra fermare l’indice guizzante. È Parigi.
Allora, la piccola unghia cattiva riga, riga la carta, qui, là, con rabbia, per fermarsi infine… Il dito resta là, piegato a metà, immobile.
Parigi, Parigi! E il buon uomo ha tanto sognato ad occhi aperti che, dolcemente, la sonnolenza si impadronisce di lui: la fronte si piega sulla carta; macchinalmente, il fornello della pipa sfuggita alle labbra si abbatte sullo sgradevole punto nero…
Oh, povero! Abbandonando la misera testa, il naso, il naso di Otto von Bismarck, è affondato nel fornello ardente! Oh, povero! Povero! Nel fornello incandescente della pipa!… Oh, povero! Il suo indice era su Parigi! Il sogno glorioso è finito!
**
Era così fine, così spirituale, così felice questo naso di grande diplomatico!
Nascondete, nascondete il naso!
Ebbene, mio caro, quando per dividere i crauti reali, rientrerete a palazzo (...) con dei crimini da... signora (...) nella storia, porterete in eterno il vostro naso carbonizzato tra gli occhi stupidi!
Ecco! Non c'era bisogno di farneticare!
Illustrazione © Piazzart
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LA FRASE DEL GIORNO
I ricordi sono figli del caso, solo gli imbroglioni hanno la memoria in ordine.
DANIEL PENNAC, La passione secondo Thérèse
Jean Nicolas Arthur Rimbaud (Charleville, 20 ottobre 1854 – Marsiglia, 10 novembre 1891), poeta francese. Con Baudelaire e de Nerval ha più contribuito alla trasformazione del linguaggio della poesia moderna. L'opera di Rimbaud comincia con versi legati per arrivare al verso libero e alla poesia in prosa che diventa lirica e attinge alla libertà dell'immaginario, ai sensi, alla visione irreale.
il tuo zibaldone è semopre così interessante . purtroppo, per impegni, nn riesco a tenere il passo della lettura..per esempio mnemosine l'ho scorta ma nn affinata. Così ti stampo e ti tengo da parte per leggerti..posso daniele?
RispondiEliminaMa certamente. È un onore confrontarmi con te. Aspetto le tue osservazioni, anche in ritardo...
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