Il 29 maggio 1958 moriva a Puerto Rico il poeta spagnolo Juan Ramón Jiménez. Era nato a Huelva, in Andalusia, nel 1881.
La poesia di Jiménez, Premio Nobel per la Letteratura nel 1956, è un viaggio interiore alla ricerca dell'assoluto nella bellezza. E questo percorso è seguito con ansia di scoperta, è un ricostruire come a voler radunare i frantumi di uno specchio o riconoscere il mare dai suo riflessi. Il mare, simbolo stesso della bellezza assoluta, è uno dei temi più cari a Jiménez, protagonista in "Diario de un poeta reciencasado", opera del 1917, che racconta della traversata oceanica per raggiungere l'amata negli Stati Uniti. Un mare che assurge toni da creatura, con i suoi odi e i suoi amori umani.
La passione per Zenobia, conosciuta a Madrid nel 1912 e sposata quattro anni più tardi a New York, porta anche l'amore al centro dell'ispirazione e della poesia, incarnando quei riflessi ideali. Jiménez ora conosce la strada per muoversi tra la realtà e il sogno, tra il buio e la luce, tra il vero e il falso. Segue questa via con la compagna fedele, con la Musa, fino alla scoperta, nell'ultima raccolta "Animale di fondo", del 1948: quell'assoluto che ha cercato per tutta la vita è Dio, in uno scambio continuo. Un Dio insito nell'anima del poeta, quell'infinito che aveva appena intravisto in "La estación total": "L'infinito /sta dentro. Io sono / l'infinito raccolto. /Lei, Poesia, Amore, il centro / indubitabile".
Jiménez in un francobollo spagnolo del 1982
POESIE DI JUAN RAMON JIMENEZ
da "Diario di poeta e di mare" (1917):
CIELO
Cielo, parola grande
quanto il mare
che ci lasciamo dietro, che scordiamo.
*
MARE
Solo un momento! Mare, poter essere
ogni istante diverso, come te,
forte, senza cadute -
Mare calmo, - di cuore freddo e di anima eterna -
mare, ostinata effigie del presente!
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da "Eternità" (1918):
Venne, dapprima, pura,
vestita d'innocenza.
E l'amai come un bimbo.
Dopo s'andò coprendo
di non so quali vesti.
E presi, senza saperlo, ad odiarla.
Fu infine una regina,
sfarzosa di tesori...
Che ira, quale amarezza insensata!
...Ma ecco, s'andò svestendo.
E io le sorridevo.
Rimase con la tunica
dell'innocenza antica.
Credetti ancora in lei.
E si tolse la tunica,
apparì tutta nuda... Oh poesia nuda,
passione della mia vita,
ora mia per sempre!
Venne, dapprima, pura,
vestita d'innocenza.
E l'amai come un bimbo.
Dopo s'andò coprendo
di non so quali vesti.
E presi, senza saperlo, ad odiarla.
Fu infine una regina,
sfarzosa di tesori...
Che ira, quale amarezza insensata!
...Ma ecco, s'andò svestendo.
E io le sorridevo.
Rimase con la tunica
dell'innocenza antica.
Credetti ancora in lei.
E si tolse la tunica,
apparì tutta nuda... Oh poesia nuda,
passione della mia vita,
ora mia per sempre!
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da "Pietra e cielo" (1919)
Che lacerazione immensa,
quella della mia vita nel tutto
per stare, con tutto me stesso,
in ogni cosa;
per non smettere di stare
con tutto me stesso, in ogni cosa!
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da "Animale di fondo" (1948)
COSCIENZA PIENA
Tu mi porti, coscienza piena, tu dio desiderante,
per tutto il mondo - In questo terzo mare
quasi odo la tua voce; la voce del vento
che occupa totalmente il movimento,
e dei colori e delle luci
marini ed eterni.
La tua voce di fuoco bianco
nella totalità dell'acqua, della nave, del cielo
che con delizia delinea le rotte
e fulgidamente m'incide l'orbita mia sicura
di corpo nero
con il diamante lucido entro sé.
* * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * *
LA FRASE DEL GIORNO
Innamorato del silenzio, il poeta non può fare altro che parlare.
OCTAVIO PAZ, Corrente alterna
COSCIENZA PIENA
Tu mi porti, coscienza piena, tu dio desiderante,
per tutto il mondo - In questo terzo mare
quasi odo la tua voce; la voce del vento
che occupa totalmente il movimento,
e dei colori e delle luci
marini ed eterni.
La tua voce di fuoco bianco
nella totalità dell'acqua, della nave, del cielo
che con delizia delinea le rotte
e fulgidamente m'incide l'orbita mia sicura
di corpo nero
con il diamante lucido entro sé.
La casa natale del poeta a Moguer,
ora Museo Zenobia y Juan Ramon Jiménez
ora Museo Zenobia y Juan Ramon Jiménez
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LA FRASE DEL GIORNO
Innamorato del silenzio, il poeta non può fare altro che parlare.
OCTAVIO PAZ, Corrente alterna
Juan Ramón Jiménez (Palos de Moguer, 24 dicembre 1881 - San Juan, Portorico, 29 maggio 1958), poeta spagnolo premiato con il Nobel nel 1956, fu uno dei principali esponenti della Generazione del ’14 e del Modernismo. La sua ricerca poetica lo portò a privilegiare la poesia nuda ed essenziale, fatta solo di immagine e di parola al di là della musicalità esteriore.
Piedra y cielo: che fascino la descrizione della consistenza del proprio io nel tutto, come voler partecipare dell'onnipresenza dell'Onnipresente...ma questo..lacera.
RispondiEliminaPerchè lacera?
Perchè ci si divide? No, non può essere: ci si deve moltiplicare nelle cose, non dividere.
Ieri leggevo una poesia di Raffaele Carrieri: in pratica dice di voler entrare in una stanza e riempirla completamente, ogni angolo... Non so, la poesia di Jiménez vive di questa ansia: è una ricerca continua dell'assoluta bellezza ma ha questo strisciante doloroso substrato inesplicabile. Vorrei spiegarlo con la gioventù: Piedra y cielo è una raccolta scritta intorno ai 27 anni. Nella maturità si placa, come dimostra "Coscienza piena".
RispondiEliminaIo forse vorrei condividere più che dividere. E questo poi non è che moltiplicare il nostro piccolo essere.
condivido
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