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lunedì 5 maggio 2008

Il critico come artista


Nel post del 22 aprile intitolato "Cos'è la poesia?" si diceva del lettore che diventa a sua volta poeta, immettendo nei versi le sue esperienze e il suo stato d'animo.
Ci soccorre in questa teoria anche Oscar Wilde, che nel "Critico come artista" fa dire al dandy Gilbert:

"Per il critico l'opera d'arte è semplicemente uno spunto per una nuova opera sua, che non deve necessariamente avere alcuna somiglianza ovvia con la cosa criticata. La sola caratteristica di una bella forma è che vi si può metter dentro qualsiasi cosa si desideri, e vedervi qualunque cosa si voglia vedere; e la bellezza, che dà alla creazione il suo elemento universale ed estetico, fa del critico un creatore a sua volta, e sussurra mille cose diverse che non erano presenti nella mente di colui che scolpì la statua o dipinse la tavola o scolpì la gemma".

Voilà: il poeta che scrive, il poeta che legge...

Dipinto di David Hettinger


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LA FRASE DEL GIORNO
La cosa orribile è che non si può estirpare il passato con la radice. Non si può estirpare, ma se ne può nascondere la memoria.
LEV TOLSTOJ, Anna Karenina




4 commenti:

  1. Molto poi dipende dalla caratura del critico e talvolta (temo accada spesso) anche dalla sua (più o meno trasparente) volontà di "spingere" - o al contrario di stroncare - un'opera...

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  2. dimenticavo la fase intermedia - a volte persino più "dolorosa": fra spingere e stroncare, esiste anche IGNORARE (...per chi non ha 'santi in paradiso'...)

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  3. Si dice che chi non sa cantare insegni musica. Così anche il critico spesso è un mancato poeta o scrittore o pittore...
    L'importante credo sia per il critico l'assoluta assenza di pregiudizi o preconcetti - spesso politici.

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  4. "preconcetti" politici

    ...e qui si tocca un tasto moooolto particolare... (e assai diffuso, purtroppo!)

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