Nel post del 22 aprile intitolato "Cos'è la poesia?" si diceva del lettore che diventa a sua volta poeta, immettendo nei versi le sue esperienze e il suo stato d'animo.
Ci soccorre in questa teoria anche Oscar Wilde, che nel "Critico come artista" fa dire al dandy Gilbert:
Ci soccorre in questa teoria anche Oscar Wilde, che nel "Critico come artista" fa dire al dandy Gilbert:
"Per il critico l'opera d'arte è semplicemente uno spunto per una nuova opera sua, che non deve necessariamente avere alcuna somiglianza ovvia con la cosa criticata. La sola caratteristica di una bella forma è che vi si può metter dentro qualsiasi cosa si desideri, e vedervi qualunque cosa si voglia vedere; e la bellezza, che dà alla creazione il suo elemento universale ed estetico, fa del critico un creatore a sua volta, e sussurra mille cose diverse che non erano presenti nella mente di colui che scolpì la statua o dipinse la tavola o scolpì la gemma".
Voilà: il poeta che scrive, il poeta che legge...
Dipinto di David Hettinger
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LA FRASE DEL GIORNO
La cosa orribile è che non si può estirpare il passato con la radice. Non si può estirpare, ma se ne può nascondere la memoria.
LEV TOLSTOJ, Anna Karenina
Molto poi dipende dalla caratura del critico e talvolta (temo accada spesso) anche dalla sua (più o meno trasparente) volontà di "spingere" - o al contrario di stroncare - un'opera...
RispondiEliminadimenticavo la fase intermedia - a volte persino più "dolorosa": fra spingere e stroncare, esiste anche IGNORARE (...per chi non ha 'santi in paradiso'...)
RispondiEliminaSi dice che chi non sa cantare insegni musica. Così anche il critico spesso è un mancato poeta o scrittore o pittore...
RispondiEliminaL'importante credo sia per il critico l'assoluta assenza di pregiudizi o preconcetti - spesso politici.
"preconcetti" politici
RispondiElimina...e qui si tocca un tasto moooolto particolare... (e assai diffuso, purtroppo!)