SIBILLA ALERAMO
SON TANTO BRAVA
Son tanto brava lungo il giorno.
Comprendo, accetto, non piango.
Quasi imparo ad aver orgoglio quasi fossi un uomo.
Ma, al primo brivido di viola in cielo
ogni diurno sostegno dispare.
Tu mi sospiri lontano: «Sera, sera dolce e mia!»
Sembrami d'aver fra le dita la stanchezza di tutta la terra.
Non son più che sguardo, sguardo sperduto, e vene.
(da Momenti, 1921)
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Momenti raccoglie otto anni di poesie, quelle scritte da Sibilla Aleramo tra il 1913 e il 1921, gli anni in cui, abbondantemente superati i trent'anni, scoprì la sua vena poetica: sono momenti, quasi diaristici, che esprimono i suoi sentimenti, le sue sensazioni. In questo caso si trova ad Assisi nei giorni della mobilitazione per la guerra, nel maggio 1915. Davanti ad un tramonto riflette e soffre per l'amore lontano, per la stanchezza del vivere, per gli eventi che vanno precipitando, ma lo fa, come sottolinea Silvio Raffo, come "una donna che sente palpitare in sé l'eterno femminino ma ha un modo assai maschio di porsi in discussione con la vita".
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EDWARD HOPPER, "STANZA A BROOKLYN"
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LA FRASE DEL GIORNO
Verità, tremenda ma semplice ma chiara ma feconda di vita. La verità, era, è, nel nostro amore.
SIBILLA ALERAMO, Lettera a Giovanni Boine, 8 marzo 1915
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Sibilla Aleramo, pseudonimo di Marta Felicina Faccio detta Rina (Alessandria, 14 agosto 1876 – Roma, 13 gennaio 1960), scrittrice e poetessa italiana. Attiva nell’impegno femminista, esordì con il romanzo autobiografico Una donna. La relazione con il poeta Dino Campana generò un importante carteggio e numerose poesie.
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