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domenica 28 aprile 2024

L’uomo come uomo


RYSZARD KAPUŚCIŃSKI

ANNOTANDO UN’IDEA

Eh sì, c'è voluto molto tempo
prima che imparassi a pensare
all'uomo come uomo,
che scoprissi questo modo di pensare ,
e intraprendessi questa strada
in questa direzione salvifica
e quando parlavo dell'uomo
o pensavo a lui
smettevo di fare domande
del tipo Se è bianco o nero ,
anarchico o monarchico,
seguace della moda o del vecchio stile ,
se è dei nostri o degli altri,
e ho cominciato a chiedermi
cosa c'è di umano in lui
e se c'è qualcos’altro,
e mi sono anche chiesto se essere uomo
è qualcosa di ovvio che accade perché sì
o se devi provarci continuamente ,
insistere con costanza
risvegliare in te stesso il desiderio di essere un uomo
e da allora ho cominciato a cercarlo
nella sua specificità,
nella sua unicità,
volevo avvicinarmi,
soprattutto avvicinarmi ad esso in me,
nel mio intimo,
avrei voluto che esistesse in me senza etichette,
segni, bandiere,
senza tomahawk,
senza un pennacchio di piume
che abbandonasse la sua tromba di latta.

(da Ho scritto sulla pietra, 2007)

.

Per praticare il giornalismo, prima di tutto, devi essere una brava persona. Le persone cattive non possono essere buoni giornalisti. Solo chi è buono cerca di comprendere gli altri, le loro intenzioni, la loro fede, i loro interessi, le loro difficoltà, le loro tragedie”: questo era il punto di vista di Ryszard Kapuściński, giornalista, reporter e poeta polacco. Accostarsi all’altro in quanto essere umano, mettersi nei suoi panni, ricercare in se stessi quel tratto comune.


FOTOGRAFIA © NEWSMUSEUM

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Ho paura di un mondo senza valori, senza sensibilità, senza pensiero. Un mondo dove tutto è possibile.
RYSZARD KAPUŚCIŃSKI

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Ryszard Kapuściński (Pinsk, Bielorussia, 4 marzo 1932 – Varsavia, 23 gennaio 2007),  giornalista, scrittore e saggista polacco. Corrispondente dall'estero (1962-81) dell'Agenzia di stampa polacca, ha saputo unire alla lucidità di osservazione del giornalista la profondità di riflessione e di analisi psicologica, il gusto per la metafora, l'affabulazione del grande narratore.


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