UMBERTO SABA
MEDITERRANEA
Penso un mare lontano, un porto, ascose
vie di quel porto; quale un giorno v’ero,
e qui oggi sono, che agli dèi le palme
supplice levo, non punirmi vogliano
di un’ultima vittoria che depreco
(ma il cuore, per dolcezza, regge appena);
penso cupa sirena
– baci ebbrezza delirio – ; penso Ulisse
che si leva laggiù da un triste letto.
(da Mediterranee, 1947)
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Umberto Saba, ormai anziano, è tentato di abbandonare tutti i suoi amori, come il pugile virgiliano Entello, protagonista di questa raccolta con Ulisse: vince la sua ultima gara e dichiara di voler terminare lì la sua gloriosa carriera. Ma le sirene continuano a tentare il poeta, così come tentarono Ulisse: "Me al largo / sospinge ancora il non domato spirito, / e della vita il doloroso amore".
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CARLO LEVI, "RITRATTO DI UMBERTO SABA"
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LA FRASE DEL GIORNO
Arrivati ad una certa età, non si può più discutere. Si può solo imparare o insegnare. Imparare sarebbe, ancora, il meglio. Ma chi può insegnare a un vecchio? Deve imparare da se stesso, o sparire.
UMBERTO SABA, Scorciatoie e raccontini
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Umberto Saba, pseudonimo di Umberto Poli (Trieste, 9 marzo 1883 – Gorizia, 25 agosto 1957), poeta italiano tra i massimi del ‘900. Di famiglia ebraica, fu avviato agli studî commerciali, e fu per lunghi anni direttore e proprietario di una libreria antiquaria a Trieste. La sua poesia, quasi intimo diario e confessione, indaga le cose ultime, la donna, l’amore, il senso atavico del dolore. La sua opera è raccolta nel Canzoniere.
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