CHARLES SIMIĆ
E LE NUVOLE SI ACCUMULAVANO
Sembrava il tipo di vita che volevamo.
Fragole di bosco e panna al mattino.
La luce del sole in ogni stanza.
E noi a camminare nudi sulla riva.
Qualche sera, però, ci siamo trovati
incerti sul domani.
Come attori tragici d’un teatro in fiamme,
con gli uccelli a ruotare in cerchio sulle nostre teste,
ed i pini scuri inspiegabilmente ancora lì fermi,
abbiamo calpestato ogni roccia insanguinata dal tramonto.
E poi di nuovo sul nostro terrazzo a sorseggiare vino.
Perché sempre questo senso di tragico finire?
Nuvole dalle sembianze quasi umane si ammassavano
all’orizzonte, mentre ogni cosa era piacevole
nell’aria mite ed il mare sereno.
Poi la notte ancora ci sorprese, una notte senza stelle.
Mentre tu accendevi una candela, nuda la portavi
in camera da letto ed in fretta la spegnevi,
ancora lì, inspiegabilmente fermi nel buio, i pini e l’erba.
(da Hotel insonnia, Adelphi, 2002 -Traduzione di A. Molesini)
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Una relazione finita, una storia d’amore che sembrava paradisiaca ma che il poeta serbo naturalizzato statunitense Charles Simić ci rivela nel suo ménage giocando con le analogie di ombre e di luci: come in una scena teatrale – quella della casa – i due amanti recitano la loro parte e sono i sensi stessi ad avvertirli della loro crescente infelicità.
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PAUL DELVAUX, "LA GIOIA DI VIVERE"
.
LA FRASE DEL GIORNO
Solo la poesia può misurare la distanza tra noi stessi e l’Altro.
CHARLES SIMIĆ, Il mostro ama il suo labirinto
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Charles Simić, vero nome Dušan Simić (Belgrado, 9 maggio 1938 – Dover, New Hampshire, 9 gennaio 2023), poeta statunitense di origine serba. Iniziò la propria carriera nella prima metà degli anni settanta con uno stile letterario minimalista, nel tempo divenuto sempre più riconoscibile. Nel 1990 è stato insignito del Premio Pulitzer per la poesia.
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