ÁGNES NEMES NAGY
ALBERI
È tempo di imparare. Gli alberi in inverno.
Il modo in cui sono coperti di brina dalla testa ai piedi.
Arazzi rigidi e monumentali.
È tempo di conoscere quella regione dove
il vetro diventa vapore e aria,
e dove gli alberi galleggiano nella nebbia
come qualcosa che si ricorda ma si è perduto da tempo.
Gli alberi, e poi il ruscello dietro,
il movimento silenzioso delle ali delle anatre selvatiche,
la profonda notte blu, bianca e cieca,
dove vive la tribù incappucciata delle cose,
qui si deve imparare il mai celebrato
eroismo degli alberi.
(da Solstizio, 1967)
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In Ágnes Nemes Nagy, poetessa ungherese, l'io lirico esce da sé, si situa in un posto diverso, negli oggetti: luoghi tangibili, visibili, apportano contenuto alla poesia: così gli alberi d'inverno vengono a personificarsi nella loro resistenza, nel loro eroismo di fronte al gelo.
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FOTOGRAFIA © PRINTEBOEK/PIXABAY
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LA FRASE DEL GIORNO
In realtà sono le anime degli alberi che noi vediamo in inverno. In estate tutto è verde e idilliaco ma in inverno sono soltanto i rami e i tronchi ad esaltare.
LARS VON TRIER, Nymphomaniac
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Ágnes Nemes Nagy (Budapest, 3 gennaio 1922 – 23 agosto 1991), poetessa, scrittrice, educatrice e traduttrice ungherese. Con l’avvento del comunismo,le fu proibito di pubblicare dal 1949. Fu simbolo della resistenza letteraria al realismo socialista. Durante il periodo stalinista visse di borse di studio a Roma e Parigi e lavorò come insegnante.
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