Wasef Bakhtari, considerato uno dei principali poeti in lingua dari/farsi, è morto il 19 luglio in California, dove si era rifugiato nel 1996, all’avvento del regime dei talebani. Ampiamente conosciuto tra i letterati della diaspora afghana all'estero per la sua sofisticata poesia moderna e le sue opere accademiche sulla letteratura dari/farsi, Bakhtari ha avuto un'enorme influenza su centinaia di giovani poeti e scrittori ed è considerato uno dei fondatori della moderna poesia afghana.
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FOTOGRAFIA © 8AM
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CALAMITÀ
Come legna da ardere, mi contorco dal dolore
al tragico destino del chicco di melograno
Chi tenta la loro liberazione
dalla morsa del guscio, della membrana e della piega
prima li trattiene in una stretta simile a una morsa
e poi quando il lavoro è finito
li mangia con gusto, uno per uno.
Kabul, 1972
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UN VENTO GENTILE
Oh Dio, vorrei che un vento gentile portasse
una manciata di spine e di paglia
dai loro nidi
alle tombe dei piccioni innamorati
e scrivesse sull'epitaffio nero della terra
i loro nomi e quelli dei loro cari
in una scrittura che solo gli uccelli migratori potessero leggere
così che nel limbo del loro esilio
i loro spiriti potessero riposarsi dall'odore dei loro nidi.
LA FRASE DEL GIORNO
Evitiamo parole e immagini luminose qua e là nel testo delle poesie, perché sappiamo che l'immaginazione è un sottrarsi dalle pareti.
WASEF BAKHTARI
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Wasef Bakhtari (Balkh, 15 marzo 1943 – California, 19 luglio 2023), poeta, letterato e intellettuale afghano. Esule negli Stati Uniti dal 1996 in fuga dal regime dei talebani, è uno dei poeti e scrittori persiani moderni più noti in Afghanistan, uno dei primi poeti a introdurre la she'r-e nimaa'i ("poesia nimaica").
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