CARL SANDBURG
FIGLIO DEI ROMANI
Il manovale italiano siede vicino ai binari
e a mezzogiorno mangia pane e mortadella.
Sfreccia un treno e uomini e donne ai tavoli
ravvivati da rose rosse e narcisi gialli
mangiano bistecche con salsa bruna,
fragole con panna, pasticcini e caffè.
Il manovale italiano finisce il pane secco e la mortadella,
li innaffia con un mestolo d'acqua portata dal ragazzo
e inizia la seconda parte della sua giornata di dieci ore
curando la massicciata perché rose e narcisi
tremino appena negli esili vasi di vetro molato
posti sui tavoli del vagone ristorante.
(da Poesie di Chicago, 1916)
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Carl Sandburg attuò un rinnovamento della poesia americana andando ad esaminare le manifestazioni più autentiche della nuova realtà emersa nei primi decenni del Novecento. Il protagonista di questa poesia è un dago, vocabolo spregiativo per italiano. Sandburg fa notare il contrasto tra la classe sociale che viaggia sul treno pasteggiando comoda e il lavoratore straniero che mangia pane e mortadella sotto il sole prima di riprendere a lavorare proprio per la comodità di quella classe.
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FOTOGRAFIA © COCONINO NATIONAL FOREST/FLICKR
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LA FRASE DEL GIORNO
Io sono il popolo - la folla - la folla - la massa. / Sai che tutto il grande lavoro del mondo passa attraverso di me?
CARL SANDBURG, Poesie di Chicago
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Carl Sandburg (Galesburg, Illinois, 6 gennaio 1878 – Flat Rock, North Carolina, 22 luglio 1967), poeta statunitense. Nella sua poesia, in cui è costante il richiamo ai principi della solidarietà democratica, l’evidenza delle immagini e l'andamento discorsivo creano un linguaggio sperimentale, giocato sui contrasti e sulla vivacità della scansione.
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