GIORGIO ORELLI
CARNEVALE A PRATO LEVENTINA
È questa la Domenica Disfatta,
senza un grido né un volo dagli strani
squarci del cielo.
Ma le lepri
sui prati nevicati sono corse
invisibili, restano dell'orgia
silenziosa i discreti disegni.
I ragazzi nascosti nei vecchi
che hanno teste pesanti e lievi gobbe
entrano taciturni nelle case
dopocena; salutano con gesti
rassegnati.
Li seguo di lontano,
mentre affondano dolci nella neve.
(da L’ora del tempo, 1962)
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Quello che racconta il poeta svizzero Giorgio Orelli è “Ul Carnoé de Léras”, carnevale di rito ambrosiano (celebrato non il martedì grasso ma il sabato seguente) che va in scena nel comune ticinese di Prato Leventina, località situata oltre i 1.000 metri di altitudine e quindi vocata alle attività sciistiche. Lì il padre dal 1939 fu segretario comunale e, in seguito, il paese divenne il “posto di vacanza” della famiglia. E anche questo carnevale ormai finito va a comporre quelli che Luciano Anceschi, parlando della poetica di Orelli, definì “i frammenti del quotidiano”.
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FOTOGRAFIA © VIAGGIAMO
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LA FRASE DEL GIORNO
Il mondo è tutto in maschera; tutto l'anno è carnevale.
MARIANO JOSÉ DE LERRA
Giorgio Orelli (Airolo, 25 maggio 1921 – Bellinzona, 10 novembre 2013), scrittore, poeta e traduttore svizzero di lingua italiana. La sua poesia, in parte appartenente al filone post-ermetico, a tratti avvicinata a quella Linea Lombarda, è ricca di grazia musicale e si caratterizza per una sua ironica ambiguità.
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