BLANCA VARELA
A MEZZA VOCE
La lentezza è bellezza
copio questi versi non miei
respiro
accetto la luce
nella sottile aria di novembre
tra l'erba
incolore
sotto il cielo screpolato
e grigio
accetto il dolore
e la festa
non l'ho imparato
non lo imparerò mai
al centro di tutto
c'è la poesia
sole intatto
notte inevitabile
senza voltare la testa,
mi aggiro per la sua luce,
la sua ombra
animale di parole
fiuto il suo splendore
la sua traccia
i suoi residui
Tutto per dire
che talvolta sono stata
attenta
disarmata
sola
quasi nella morte
quasi in fiamme
(da Vuelta, n. 14, 178)
.
Quante volte sarà capitato di leggere dei versi e di ricopiarli? Moltissime. Da ragazzo avevo un'agenda apposita per questa operazione. È quello che fa la poetessa peruviana Blanca Varela: "la lentezza è bellezza". Come teorizzò il Premio Nobel messicano Octavio Paz, "aperto o chiuso, il testo esige l’abolizione del poeta che lo scrive e la nascita del poeta che lo legge". Ed ecco che Blanca Varela fa suoi quei versi ricopiati, li adatta alla sua vita, ai suoi sentimenti al suo hic et nunc del giorno di novembre con l'erba secca e il cielo grigio, fiutando nella poesia la verità.
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LYNN SANGUEDOLCE, "IL DIARIO"
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LA FRASE DEL GIORNO
Tutti siamo la stessa persona; le nostre nullità differiscono così poco, e così tanto influiscono le circostanze sulle anime, che è quasi una casualità che tu sia il leggente e io lo scrivente – il sospettoso e appassionato scrivente dei miei versi.
JORGE LUIS BORGES, Fervore di Buenos Aires
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Blanca Leonor Varela Gonzales (Lima, 10 agosto 1926 - 12 marzo 2009), poetessa peruviana, considerata una delle voci più importanti del Sudamerica. Nel 1949 si trasferì a Parigi per vivere il clima letterario dell’epoca, con Octavio Paz e i grandi poeti e scrittori francesi e spagnoli. Nel 1962 ritornò in patria. Della sua poesia Paz scrisse che “è un segno, un incantesimo contro e verso il mondo”.
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