THEODORE ENSLIN
NOTE PER UN FREDDO INIZIO
Se questi fiocchi di neve
(allegre convenzioni)
significano qualcosa,
o quelle oche inverosimili
sopra le nuvole
(riunite lì per i riti mattutini —
quando volare verso sud è considerazione secondaria
rispetto
alle stagioni, cosa che non riguarda
le oche e i fiocchi di neve);
se, ripeto,
queste cose hanno un senso,
e io sono qui
per registrare o fare ciò che si può
del loro movimento bianco e grigio:
sono vivo. È inverno.
Ed è bello camminare veloce
in una giornata fredda.
(da L'opera proposta, 1958)
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“Se queste cose hanno un senso” si chiede il poeta statunitense Theodore Enslin, camminando nel freddo inverno di un inizio d’anno. Hanno un senso perché è vivo e può osservarle, ma hanno un senso soprattutto perché le può registrare e annotare nei suoi versi, trarne poesia – ed egli stesso affermava del resto che la sua era “una vita nell’arte” e nella natura, così come quella di Thoreau.
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FOTOGRAFIA © JAMES WHEELER/PEXELS
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LA FRASE DEL GIORNO
La poesia non dovrebbe essere semplicemente un gioco, non dovrebbe essere fatta semplicemente per muovere queste cose, ma il colore, la scelta delle parole creano un’atmosfera nella lettura di questa poesia che corrisponde a ciò che la poesia dice, a quello che potrebbe essere il suo stato d’animo.
THEODORE ENSLIN, Conjunctions, 19 febbraio 2007
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Theodore Vernon Enslin (Chester, Pennsylvania, 25 marzo 1925 – Milbridge, Maine, 21 novembre 2011), poeta statunitense associato alla rivista Origin. Tra i più musicali poeti dell’avanguardia, la natura e il paesaggio del Maine costituiscono parte integrante della sua poesia, così come il suo isolamento, sia geografico che in termini di distanza dalla moda letteraria e dall'accademia.
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