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giovedì 16 giugno 2022

Gli idoli di noi stessi


GABRIEL FERRATER

IDOLI

Allora, quando stavamo distesi e
abbracciati davanti alla finestra
aperta sul pendio degli ulivi (due
semi nudi dentro un frutto che l’estate
ha spaccato con violenza e che si riempie
di aria) non avevamo ricordi. Eravamo
il ricordo che abbiamo ora. Eravamo
questa immagine. Gli idoli di noi stessi,
per la sottomessa fede del dopo.

(da Curriculum vitae Poesie 1960-1968, Biblioteca di Poesia, 2010 - Traduzione di Pietro U. DIni)

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Il poeta catalano Gabriel Ferrater ricalca un tema abbastanza comune (Pedro Salinas: “E sto abbracciato a te / senza chiederti nulla, per timore / che non sia vero / che tu vivi e mi ami”; Cesare Pavese: “La compagna era stesa con me: la finestra / era vuota, nessuno guardava, eravamo ben nudi”) ma vi inserisce il suo personale leit-motiv, la quotidianità che si trasforma in ricordo, il momento che si scolpisce e diventa l’idolo di se stesso.


ACQUARELLO DI JAMES COATES

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LA FRASE DEL GIORNO
Oh, per la troppa sete confusa, un solo / cubetto di ghiaccio, un solo ricordo di te ad ogni istante / finché non mi sarai restituita.
GABRIEL FERRATER




Gabriel Ferrater i Soler (Reus, 20 maggio 1922 – Sant Cugat del Vallès, 27 aprile 1972), poeta spagnolo di lingua catalana. La sua poesia, caratterizzata dal realismo e dall’uso di temi quotidiani e colloquialismi, tratta di amore, di erotismo e della nostalgia per il passato.


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