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lunedì 16 maggio 2022

Un uomo per strada


ALLEN GINSBERG

IL MIO TRISTE IO

A volte
quando ho gli occhi rossi
vado in cima al grattacielo della RCA
e contemplo il mondo:
Manhattan,
le mie case, le strade,
abbaini, letti, appartamenti,
la Quinta Avenue che ho sempre in mente,
le sue macchine-formiche,
i taxi gialli,
uomini che camminano grandi come fiocchi di lana,
il panorama dai ponti,
il sole sul New Jersey
dove nacqui
e su Paterson dove giocai,
e i miei amori più tardi sulla Quindicesima Strada,
i miei amori più grandi nel Lower East Side,
e i miei amori favolosi nel Bronx.
Lontani sentieri attraversano queste strade nascoste.
Il sole splende su tutto ciò che posseggo
in un batter d'occhi fino all'orizzonte.
Triste,
prendo l'ascensore,
e scendo meditando sui marciapiedi
fissando le vetrine.
Mi fermo pensoso davanti a un'automobile
perduto in un solo pensiero.
Cammino nella tristezza che fluisce
con le punte delle dita rigate di lacrime
al crepuscolo.
Sono un uomo per strada nella marea
tra luci rosse che fanno scattare movimenti frettolosi
di gente agli angoli.
Tutte queste strade conducono,
così intersecate, allungate,
irte di alti edifici e incrostate di slums,
attraverso uomini e auto che arrancano.

(da Poetry Foundation, 1958)

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Si può essere soli anche in una grande città - New York, la metropoli per eccellenza: il poeta statunitense Allen Ginsberg, paladino della Beat Generation, è intristito da quell'invisibilità sociale, da quel sentirsi "isola" nella marea della folla; il vuoto verticale dal quale osserva la gente dall'alto del Rockefeller Plaza - il grattacielo della celebre fotografia di operai seduti a pranzare su una trave durante la sua costruzione - diventa un vuoto orizzontale mentre cammina nel frettoloso viavai dei marciapiedi newyorkesi.

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FOTOGRAFIA © NANIRA/PIXABAY

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LA FRASE DEL GIORNO
Il peso del mondo è amore. Sotto il fardello della solitudine, sotto il fardello della insoddisfazione, il peso, il peso che trasportiamo, è amore.
ALLEN GINSBERG, Jukebox all’idrogeno




Irwin Allen Ginsberg (Newark, New Jersey, 3 giugno 1926 – New York, 5 aprile 1997), poeta statunitense, esponente della Beat Generation. La sua poesia, che voleva essere una rappresentazione obiettiva di sensazioni ed esperienze e una denuncia del fallimento dell'ottimismo americano, portava alle estreme conseguenze lo sperimentalismo formale di Walt Whitman.


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