GIOVANNI PASCOLI
MARE
M'affaccio alla finestra, e vedo il mare:
vanno le stelle, tremolano l'onde.
Vedo stelle passare, onde passare:
un guizzo chiama, un palpito risponde.
Ecco sospira l'acqua, alita il vento:
sul mare è apparso un bel ponte d'argento.
Ponte gettato sui laghi sereni,
per chi dunque sei fatto e dove meni?
(da Myricae, Giusti, 1891)
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Una breve vacanza mi ha portato in Romagna, sull’Adriatico, negli immediati dintorni di San Mauro, la località dove Giovanni Pascoli nacque e visse per anni e che dal 1932 ha aggiunto al suo nome quello del poeta. La mia stanza d’hotel aveva la vista su quel mare e sono andato a cercarmi questa poesia di cui ricordavo solo il primo verso. Come sempre, in Pascoli, il sentimento, il moto dell’anima, si comunica alle cose: il mare e le stelle della prima quartina vanno a chiamare quel ponte invisibile formato dal riflesso della luna sull’acqua.
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FOTOGRAFIA © GEORGE DESIPRIS/PEXELS
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LA FRASE DEL GIORNO
Se mi si svella, se mi si sprofondi / l'essere, tutto l'essere, in quel mare / d'astri, in quel cupo vortice di mondi!
GIOVANNI PASCOLI, Nuovi poemetti
Giovanni Pascoli (San Mauro di Romagna, 31 dicembre 1855 – Bologna, 6 aprile 1912), poeta e accademico italiano, eccelso latinista, figura emblematica della letteratura di fine Ottocento. Nonostante la sua formazione eminentemente positivistica, è il maggiore esponente del Decadentismo.
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