LEONARDO SCIASCIA
BALLERINE IN TRENO
Vestono gonne lunghe, hanno sciarpe
d’arcobaleno – e si abbandonano affrante,
allungano le gambe sui sedili.
Lamentano il conto dell’albergo,
l’affanno della partenza, il sonno
reciso all’alba.
I loro nomi – Monica, Marisa –
hanno la triste luce delle perle
che le ragazze comprano alle fiere.
Povere, loquaci rondini che migrano
da un deserto a un deserto,
rondini stanche senza primavera.
Chiudono gli occhi; un freddo
velo di sonno segna i loro volti,
un’infanzia di pena affiora: bianca,
appena viva del respiro
sull’iride squillante delle sciarpe.
(da La Sicilia, il suo cuore, Bardi, 1952)
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Un’immagine ormai lontana, in bianco e nero, da film neorealista o da commedia italiana degli Anni Cinquanta, raccontata da Leonardo Sciascia, molto più noto come scrittore che come poeta. La poesia, che fa trasparire quel tessuto sociale caro all’autore siciliano, affiora nei colori che appaiono come sogni sulla stanchezza del viaggio, sul prolungarsi della giornata d’inverno.
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SCENA DAL FILM "LUCI DEL VARIETÀ", 1950
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LA FRASE DEL GIORNO
La nostra giornata è fatta, come tutta la vita, di misteriose rispondenze, di sottili collegamenti.
LEONARDO SCIASCIA, Nero su nero
Leonardo Sciascia (Racalmuto, 8 gennaio 1921 – Palermo, 20 novembre 1989), scrittore e poeta italiano. Spirito libero e anticonformista, lucidissimo e impietoso critico del nostro tempo, all'ansia di conoscere le contraddizioni della sua terra e dell'umanità, unì un senso di giustizia pessimistico e sempre deluso.
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