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venerdì 1 ottobre 2021

Poesie per ottobre VIII


Tutto il languore della stagione che si sfa, i suoi colori a volte prorompenti a volte delicati, i suoi grigi che anticipano l’argento di nebbia di novembre: questo è ottobre, raccontato dal poeta spagnolo José Ángel Valente e dal padovano Diego Valeri nella sua Venezia.

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DMITRI DANISH, "OTTOBRE, VENEZIA"

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JOSÉ ÁNGEL VALENTE

OTTOBRE

Una debole luce filtra
tra le foglie della sera.
Dammi
la tua mano e cammina
in punta di piedi con me
per non calpestarla mai,
per non ardere così lieve
nelle sue braci addormentate
e consumarti lenta
nel profilo dell’aria.

(da Frammenti di un libro futuro, 2000)

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DIEGO VALERI

OTTOBRE A VENEZIA

Questi grigi di perla, e grigirosa,
e grigiverdi, in cui l'acqua ed il cielo
sembran vanire, come dietro un velo
d'eguale lontananza favolosa...
Giunge dal mare il fiato sonnolento
dello scirocco. Stancamente dondola
presso la riva l'ombra d'una gondola.
L'onda ha un singulto soffocato, dentro.
Venezia giace languida, disfatta.
E se un raggio di sol, rompendo il folto
delle nebbie, le palpita sul volto,
socchiude appena i gialli occhi di gatta.
La bionda carne delle pietre e il sangue
rosso dei rii, poi che il tramonto muore,
si scialbano d'un sùbito pallore
diaccio, come di febbre e il volto langue.
Dentro gli attoniti occhi di laguna
passan brividi foschi di tristezza;
lacrime di deserta tenerezza,
vi gocciano le stelle a una a una.
Un rio, tra case povere. Uno squarcio
d'azzurro in alto. Un viscido lustrare
d'olio nero nel fondo, e un occhieggiare
di vivi argenti sopra un verde marcio...
Ma il sole ora ha gittato a una cimasa
una pezza d'arancio e di granato
e l'acqua è tutta un brivido infiammato
che si riflette in faccia d'ogni casa.
Guizzi di rosse gemme e sprazzi d'oro
screziano l'ombra di velluto molle;
e un barcone di zucche e di cipolle
splende fastoso come un bucintoro.
Casette rosse d'un rosso di vela,
su cui lenta s'arrampica la vite
- e, giunta al sommo, spande la sua mite
verdura, e di sottile ombra le vela; -
aeree altane e balconi sereni
illuminati d'oleandri bianchi;
chiese vecchione e campanili stanchi
neri di salso e gialli di licheni;
muretti bigi chiazzati di scuro,
donde trabocca un cespo rosa, o pende
un tralcio d'oro, o al cielo si protende
l'ombra dogliosa d'un cipresso bruno;
come dolce, nel mobile cristallo
del rio, cupo e corrusco di scintille,
mirar le vostre tremule postille
d'ambra, di malachite e di corallo,
e calarsi e smarrirsi in quel beato
giardino ove fiorisce il fior del nulla,
ove la nostra tristezza fanciulla
ci attende col suo riso desolato...
Quando dalle stagnanti ultime brume
filtra, sul far dell'alba, un guizzo giallo,
l'acqua si salda in lucido metallo
e la pietra si stempra di roseo lume.
Poi, quando il sole, strappata ogni maglia,
nudo si lancia nell'azzurro nudo,
splendono i marmi d'un biancore crudo
di sale, e la laguna arde che abbaglia.
Ma alfine, ecco, su tutto s'è posata
la chiarità tranquilla del mattino;
e tra due cieli è fiorito il giardino
dove sogna la Bella addormentata.
Questa alberella dalle poche foglie,
pendule quasi per un fil di ragno,
nella sua rada trama d'oro vano
l'estremo riso d'autunno raccoglie.
Dietro e sopra, il deserto dell'azzurro,
muto infinitamente; ai piedi, l'onda
morta che inghiotte nell'ombra la sua fonda
albero e cielo con lene sussurro.

(da Poesie vecchie e nuove, Mondadori, 1952)

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LA FRASE DEL GIORNO
Ottobre è là: quella nuvola nera / attesa sulla collina / piegata dai tocchi della sera.
ROCCO SCOTELLARO, È fatto giorno




ValenteJosé Ángel Valente (Orense, 25 aprile 1929 - Ginevra, 18 luglio 2000), poeta, saggista e traduttore spagnolo. Accostato al Gruppo poetico dei ‘50, dal 1966 evolve verso una poesia più esistenziale e influenzata dalla mistica.


Diego Valeri (Piove di Sacco, 25 gennaio 1887 – Roma, 27 novembre 1976), poeta, traduttore e accademico italiano, fu ordinario di Letteratura Francese all’Università di Padova per oltre vent’anni, tranne nel periodo 1943-45 quando riparò in Svizzera come rifugiato politico.


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