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sabato 9 ottobre 2021

Invisibile rosa


JORGE LUIS BORGES

UNA ROSA E MILTON

Delle generazioni delle rose
nel profondo del tempo consumate
voglio che una si salvi dall'oblio,
una che nulla distingue tra quanto

è svanito. La sorte mi riserva
il dono d'essere io a fare il nome
del fiore silenzioso, di quell'ultima
rosa che Milton accostò al suo viso,

senza vederla. Oh tu vermiglia o gialla
o bianca rosa d'un giardino spento,
lascia magicamente il tuo passato

immemorabile e nel verso splendi,
sia tu sangue, oro, avorio o notte, quale
nelle sue mani, invisibile rosa.

(da L’altro, lo stesso, 1964)

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Una cosa accomuna lo scrittore argentino Jorge Luis Borges e il poeta inglese del Seicento John Milton, autore del Paradiso perduto: la cecità che li colpì prima di aver compiuto i cinquant’anni. Borges si immagina allora che Milton porti al suo viso un’ultima rosa, che non può vedere, ma soltanto sentire. Come lui, dice Borges in Un cieco, “Ripeto che ho perduto solamente / la vana superficie delle cose”.

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RENÉ MAGRITTE, "IL VASO DI PANDORA"

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LA FRASE DEL GIORNO
Nei linguaggi umani non c'è proposizione che non implichi l'universo intero.
JORGE LUIS BORGES, L’Aleph




Jorge Francisco Isidoro Luis Borges Acevedo (Buenos Aires, 24 agosto 1899 – Ginevra, 14 giugno 1986), scrittore, poeta, saggista, traduttore e accademico argentino. Creatore di un genere oggi designato “borgesiano”, a definire una concezione della vita come storia, come finzione, come opera contraffatta spacciata per veritiera, come fantasia o come reinvenzione della realtà.


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