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mercoledì 5 maggio 2021

Gli haiku di Shūōshi Mizuhara


Se l'intero scopo dello scrivere haiku fosse afferrare la «verità nella natura», il poeta non avrebbe bisogno di uno studio assiduo per acquisire nuove conoscenze, né di uno sforzo costante per arricchire la sua mente. Tutto quello che dovrebbe fare sarebbe girovagare con un taccuino in tasca, seguendo l'ombra di una nuvola” scrisse il poeta giapponese  Shūōshi Mizuhara in polemica con la scuola della rivista Hototogisu da cui era partito. La sua poetica supera i principi restrittivi dell’haiku portando negli Anni Trenta una ventata di modernità inserendovi il sentimento e l’emozione soggettiva.

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Mi sveglio in piena notte.
Sulle sopracciglia
la Via Lattea


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L’usignolo di fiume.
La pioggia non sarebbe cessata.
I vestiti da viaggio


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Canto di allodola –
scivola sul vento
che attraversa i pini


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Lunghe giornate –
la pigrizia riflessa
in un vaso


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Il crisantemo invernale
non indossa
che la sua stessa luce

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LA FRASE DEL GIORNO
I giorni lontani. / ancora più lontani / sotto questo sole.
SHŪŌSHI 
MIZUHARA




Shūōshi Mizuhara, pseudonimo di Yutaka Mizuhara  (Tokyo, 9 ottobre 1892 – 17 luglio 1981), poeta giapponese di haiku, noto anche come Kiutei. Medico, iniziò a pubblicare sulla rivista Hototogisu, da cui si staccò in polemica apportando all’haiku la modernità dell’emozione soggettiva.


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