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venerdì 16 aprile 2021

Frecce verso la luce


PHILIPPE JACCOTTET

LETTERA

Michelle, noi fummo uccelli che si sfiorano,
frecce verso la luce, che s'inseguono
gridando sempre più in alto, fino all'estasi,
sorella dell'effimero.
- Non servono le immagini fra noi: dissi parole
in sogno, che rendono più breve la distanza
fra i nostri corpi, figure infernali; tu sapevi
formarne anelli abbastanza stretti
perché esultassero scordando i loro limiti
e la morte che - curiosa - dietro aspetta;
io, ero troppo spesso un fanciullo distratto,
viaggiavo e poi invecchiavo, abbandonandoti,
e quando risalimmo lassù verso l'alba cruda,
ero uno spettro che tu guidavi di strada in strada,
là dove il canto del gallo mai più l'avrebbe raggiunto.
Eppure quest'ombra ti amava. E non sai mai
laggiù cosa ti attende, quale abbraccio...
- Abitante di questa notte, penserai
senza troppo odio a chi dimora chissà dove
e ti sfiorò come un uccello sulle palpebre,
poi risalì, senza cessare di scorgere in basso
il tuo sorriso scintillante come un fiume.

(da Lo spettro e altre poesie, 1953 – Traduzione di Fabio Pusterla)


“Sei qui, l'uccello del vento gira, / tu mio dolore, mia ferita, mio ​​bene. / Vecchie torri di luce stanno annegando / e la tenerezza apre le sue strade / La terra è ora la nostra patria”: il poeta svizzero Philippe Jaccottet e Michelle sono due amanti che si inseguono nel tempo ma senza mai trovarsi, viaggiatori su strade parallele, su piani che mai si incontrano ma che intersecano l’ombra e l’assenza, la luce e il possibile.

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RAFAL OLBINSKI, "LEZIONE IN BLU"

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LA FRASE DEL GIORNO
Come il fuoco, l’amore splende solo / sulla mancanza, e sopra la beltà dei boschi in cenere.
PHILIPPE JACCOTTET, L’ignorante




Philippe_Jaccottet_1991_by_Erling_Ma[2]Philippe Jaccottet (Moudon, 30 giugno 1925 – Grignan, Francia, 24 febbraio 2021), scrittore, poeta, traduttore e critico letterario svizzero di lingua francese. La sua poesia si sforza di trovare una relazione con la natura e il mondo, cercando di preservare l’emozione di fronte alle cose viste, lavorando ora sul percepito ora sul sentito.


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