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lunedì 8 febbraio 2021

Sii mia alleata


SAFFO

INVOCAZIONE AD AFRODITE

Immortale Afrodite dal trono mirabilmente adorno
figlia di Zeus, che ordisci inganni, io ti prego
non stringere il mio cuore in una rete di oppressione,
di angoscia.

Ma qui vieni, se già un’altra volta
udendo la mia voce da lontano
mi desti ascolto e lasciando la casa del padre
accorresti,

dopo aver aggiogato il carro d’oro; belli ti conducevano
i passeri veloci sulla terra nera
in un fitto battere d’ali, dal cielo,
attraverso l’etere;

presto giunsero; tu, o beata,
sorridendo nel tuo viso immortale,
mi chiedevi cosa di nuovo io soffrissi
e perché di nuovo ti invocassi

e cosa di nuovo così intensamente desiderassi
nel mio cuore impazzito: «Chi questa volta persuaderò
… ad amarti? Chi, Saffo,
ti fa torto?

Se ora ti sfugge, presto ti cercherà,
se non accetta i tuoi doni, lei stessa te ne offrirà,
se non ti ama, presto ti amerà,
anche se non volesse».

Vieni a me anche ora, liberami da quest’ansia
crudele,
quanto il mio cuore desidera si compia, esaudisci,
Sii mia alleata.

(Traduzione di Salvatore Quasimodo)

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Saffo riprende uno dei temi classici della poesia antica, la preghiera o invocazione agli dei. Ma si pone davanti alla dea – Afrodite, cui chiede amore – come in una sorta di confessione: di fronte al suo racconto commovente la divinità non può esimersi, non può ignorare quel doloroso sentimento che affligge l’innamorata infelice.

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SIR LAWRENCE ALMA-TADEMA, "LA POESIA"

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LA FRASE DEL GIORNO
Dicono alcuni sulla nera terra / esser la cosa più bella uno stuolo / di navi, altri di fanti o cavalieri. /Io, ciò che ami.
SAFFO




Saffo (Ereso, 630 a.C. circa – Leucade, 570 a.C. circa), poetessa greca antica. Di nobile famiglia, colta e raffinata, istituì un tiaso, un collegio per ragazze, dedicato al culto di Afrodite, in cui si educavano le fanciulle al matrimonio. La sua sensibilità poetica seppe penetrare nell’animo e nelle cose cogliendone l’essenza, tanto che Platone la definì “la Decima Musa”.


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