MARIO BENEDETTI
SONETTO KITSCH A UNA SEMPRONIA
Io / che sono un Tizio / porto con me
il tuo viso nei casi della storia.
Il tuo corpo di Sempronia è una gloria
e per questo sognando sogno te.
E quando il sogno finisce ti inseguo
sognandoti da sveglio / è una giostra
che la tua eco nella memoria mostra
e ti racconta quei sogni che perseguo.
Così / senza intenzioni misteriose
nel mio vecchio giardino di buon cuore
io sceglierei soltanto le tue rose.
Di alte finestre la tua, dell’umore
del mare prendo il tuo mare di cose
e di ogni amore / Sempronia / il tuo amore.
(da Inventario 3, 2003)
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“Sonetto kitsch” questo del poeta uruguaiano Mario Benedetti perché dedicato a una donna senza nome da un uomo senza nome. È una storia che può essere universale, in cui ognuno di noi può immedesimarsi, ricordando una persona che si è amata e il cui ricordo continua a vivere nei sogni e nella memoria.
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VLADIMIR VOLEGOV, "AL GIARDINO BOTANICO"
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LA FRASE DEL GIORNO
Per ora / nessuno può / Sempronia / contemplarsi due volte / nei tuoi occhi.
MARIO BENEDETTI, Inventario 3
Mario Orlando Hamlet Hardy Brenno Benedetti-Farugia, noto come Mario Benedetti (Paso de los Toros, 14 settembre 1920 – Montevideo, 17 maggio 2009), poeta, saggista, scrittore e drammaturgo uruguaiano. Figlio di immigrati italiani, fece parte della Generazione del’45. Nel 1973 fu costretto all’esilio dal golpe militare. Rientrò nel 1983.
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