SANDRO PENNA
FORSE INVECCHIO
Forse invecchio, se ho fatto un lungo viaggio
sempre seduto, se nulla ho veduto
fuor che la pioggia, se uno stanco raggio
di vita silenziosa... (gli operai
pigliavano e lasciavano il mio treno,
portavano da un borgo a un dolce lago
il loro sonno coi loro utensili).
Quando giunsi nel letto anch’io gridai:
uomini siamo, più stanchi che vili.
(da Poesie, Garzanti, 1973)
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È un momento di sconforto, di una leggera malinconia, quello che coglie il poeta Sandro Penna in questi nove endecasillabi: un viaggio in treno in un giorno piovoso senza spunti vivaci, senza altro che la stanchezza, una spossatezza di vivere che però è da imputare all’essere uomini e non a un qualche avvilimento: “Più comune degli altri, non so dove / muove il mio passo stanco, che non vuole / tale apparire a se stesso ed altrove”.
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LILY FUREDI, "METROPOLITANA, 1934"
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LA FRASE DEL GIORNO
Guardo il cielo e le nuvole e le luci /degli uomini laggiù così lontani / sempre da me. Ed io non so chi voglio / amare ormai se non il mio dolore.
SANDRO PENNA, Poesie
Sandro Penna (Perugia, 12 giugno 1906 – Roma, 21 gennaio 1977), poeta italiano. Con toni epigrammatici, le sue poesie esprimono spesso un’intenso desiderio sensoriale di vita talora malinconico e cantano l’amore omosessuale (“Poeta esclusivo d’amore”, si definì egli stesso).
Grazie davvero bella.
RispondiEliminaOgni giorno leggo il suo blog che è bellissimo.Grazie per il suo lavoro.Mi permetto di segnare e di dedicarle la poesia di Jean Serac : E ora canteremo ancora l' amore".Chiara dal Friuli
RispondiElimina*segnalare,*Jean Senac
RispondiEliminaGrazie, Chiara, anche per la dedica.
RispondiEliminaLa poesia di Senac, che non conoscevo, è molto bella. L'ho messa nella cartella delle poesie da pubblicare.
Buona giornata.
Daniele